La storia narra che San Pio V ebbe la visione della vittoria, si inginocchiò per ringraziare il cielo e ordinò per il 7 ottobre di ogni anno una festa in onore della Vergine delle Vittorie (inizialmente detta di S. Maria della Vittoria), titolo cambiato poi da Gregorio XIII in quello di Madonna del Rosario.
La celebrazione venne estesa nel 1716 alla Chiesa universale, e fissata definitivamente al 7 ottobre da S. Pio X nel 1913.
Per approfondire origine e storia di questa festività, ZENIT ha intervistato Massimo Viglione, docente di Storia Moderna all'Università Europea di Roma, ricercatore presso l'Istituto di Storia dell'Europa Mediterranea del Consiglio Nazionale delle Ricerche e coordinatore editoriale del mensile “Radici Cristiane”. Oltre ad aver studiato il fenomeno della Crociata nei secoli moderni, è noto per le sue numerose pubblicazioni sul tema delle insorgenze antigiacobine in Italia e del Risorgimento. E' anche coautore di un manuale di Storia per le scuole medie inferiori (“Alle radici del domani”, AGEDI).
E' vero che San Pio V attribuì la vittoria di Lepanto ad un miracolo per l'intercessione di Maria?
Viglione: Sì. Come egli stesso ebbe a dichiarare, il 7 ottobre 1571, mentre a Roma era in riunione con vari Cardinali, ebbe a mezzogiorno la personale visione della Madonna del Rosario in cielo che gli mostrava il trionfo della flotta cristiana e comunicò l'accaduto "in diretta" ai presenti. Si scoprì poi che quella era l'ora esatta della disfatta definitiva della flotta turca.
Come solenne ringraziamento alla Madre di Dio per la vittoria, il Santo Pontefice istituì la festa del Rosario il 7 ottobre, appunto.
Per dare un’idea di quanto fosse nota questa storia a Bosco Marengo (Al), luogo di nascita di Antonio Michele Ghislieri, poi Pontefice Pio V, c’è un bellissimo affresco del 1597 di Grazio Cossali in cui appare la Madonna del Rosario con i Santi Domenico, Caterina, Papa PioV e don Giovanni d’Austria, comandante della flotta cristiana a Lepanto.
Il 7 ottobre del 1571 a Lepanto la flotta cristiana sconfisse quella turca. Cosa avvenne esattamente e in che contesto storico va collocata quella battaglia?
Viglione: Un errore che solitamente si commette in ambito storico e anche scolastico è quello di non analizzare il conflitto fra Cristianità e Islam. Alcuni pensano che fosse terminato nel 1291 con la caduta di San Giovani d'Acri e la fine delle crociate "classiche".
In realtà, le crociate continuarono anche nei secoli successivi, a causa di continui assalti che l’Islam muoveva contro la Cristianità. Anzi, si può dire che nei secoli successivi il pericolo divenne ancora più vivo, la minaccia divenne più estesa in quanto non erano più i "saraceni" o i "mori" ad assalire terre e popolazioni europee, bensì i turchi, i cui eserciti operavano via terra risalendo i Balcani (nel 1529 assediarono Vienna, come poi accadrà ancora nel 1683) e via mare.
In questa tragica storia, un momento di scontro cruciale è segnato appunto dalla Battaglia di Lepanto. Da poco i turchi avevano tentato di occupare Malta, ma grazie alla resistenza dei Cavalieri sotto la guida di La Vallette e all'intervento della flotta spagnola il tentativo fu respinto. Era l'ultima sconfitta di Solimano il Magnifico, il quale, per altro, stava anche tentando di marciare nuovamente su Vienna.
Il nuovo sultano, Selim, decise però di portare l'attacco via mare, preparando la più grande flotta islamica di tutti i tempi. Il pericolo era evidente, e tutta la Cristianità (ad eccezione della Francia) se ne rese conto e, seppur con grandissime difficoltà dovute alle inimicizie e alle invidie fra i vari Stati e principi, rispose all'appello accorato di san Pio V per una difesa generale contro l'attacco turco.
Il comando supremo della flotta fu affidato dal re di Spagna Filippo II, in accordo con gli altri principi e il Papa, a don Giovanni d'Austria, figlio illegittimo di Carlo V. La battaglia, avvenuta a largo della Grecia il 7 ottobre del 1571, segnò la vittoria dell’Europa cristiana contro la minaccia turca.
Come fece l'allora Pontefice Pio V, poi divenuto santo, a unire i cristiani d'Europa?
Viglione: Fu la più grande delle difficoltà, non minore di quella militare. Fu un vero miracolo, e, anche durante il periodo in cui la flotta era a Messina in attesa di prendere il largo, continuamente il pericolo di litigi e defezioni fu presente.
Fu anche merito di don Giovanni d'Austria saper operare con destrezza diplomatica con tutti gli altri comandanti cristiani, e l'aver deciso proditoriamente di attaccare subito senza attendere oltre un momento presuntamente favorevole (al fine di tagliare i tempi dell'attesa). Ma forse, almeno questa volta, la vera molla della riuscita dell'impresa fu la consapevolezza generale della gravità del pericolo comune, senza la quale probabilmente tutto sarebbe andato a monte fin dall'inizio.
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Oct 06, 2006 00:00