WASHINGTON, D.C., mercoledì, 24 maggio 2006 (ZENIT.org).- George Weigel ha trascorso molto tempo in Polonia per scrivere la sua famosa biografia sul Papa Giovanni Paolo II e per dirigere seminari per gli studenti.
“Senior fellow” e Docente Titolare della Cattedra “William E. Simon” per gli Studi Cattolici, presso l’Ethics and Public Policy Center, Weigel ha ricevuto di recente la Medaglia d’oro Gloria Artis, la più alta onorificenza polacca assegnata in riconoscimento del contributo dato alla cultura polacca e mondiale. E’ il secondo intellettuale non polacco ad esserne stato insignito.
In vista del prossimo viaggio di Benedetto XVI nella terra natia di Giovanni Paolo II, ZENIT lo ha intervistato.
Il Papa Benedetto XVI non ha viaggiato molto in questo suo primo anno di pontificato. Cosa lo ha spinto, invece, ad accettare l’invito a recarsi in Polonia?
Weigel: Il Papa Benedetto XVI sta effettuando quei viaggi che ritiene opportuni, considerata la sua età e l’insieme dei suoi impegni.
Per quanto riguarda il suo accoglimento dell’invito ad andare in Polonia, credo che egli abbia desiderio di ringraziare i polacchi per il dono di Giovanni Paolo il Grande. Potrebbe forse anche esortare la Polonia ad assumere un ruolo primario nella rievangelizzazione dell’Europa.
Qual è il significato della visita del Papa ai luoghi che furono importanti per la vita di Giovanni Paolo II, come il suo luogo di nascita a Wadowice e il Santuario della Madonna di Kalwaria?
Weigel: Per Benedetto XVI, visitare la città natale di Giovanni Paolo II, Wadowice, nonché Kalwaria e Czestochowa, è un modo per riconoscere, attraverso il suo pellegrinaggio, che quei luoghi, in cui il compianto Papa aveva trascorso tanti momenti edificanti, furono e continuano ad essere anche oggi di grande importanza per l’intera Chiesa nel mondo.
Qual è, a suo avviso, il ruolo della Polonia in Europa secondo Benedetto XVI?
Weigel: Il Papa certamente riconosce che la Polonia, oltre ad avere una democrazia stabile e un’economia in crescita, ha in sé una cultura cattolica intatta, in un tempo in cui la fede in Europa sta morendo e in cui l’Europa per questo sta morendo.
Io credo che il Papa speri che la fede della Polonia possa ridare vigore alla fede cattolica in tutta la “Vecchia Europa” e che la Polonia possa contribuire ad arginare il flusso, nell’Unione Europea, verso un obbligato stile di vita libertino; ciò che il Papa ha definito come “dittatura del relativismo”, il giorno prima della sua elezione.
Qual è la situazione attuale della Chiesa in Polonia? Quali sono le sfide della Chiesa derivanti dal benessere e da una cultura secolarizzata dell’Occidente?
Weigel: Molti avevano pronosticato un intiepidimento cattolico, simile a quello avvenuto in Spagna, Portogallo e Irlanda dopo la rivoluzione del 1989.
Ma questo non è avvenuto. La pratica cattolica in Polonia continua ad essere intensa, ed è certamente la più intensa in Europa.
Per quanto riguarda le sfide alla Chiesa polacca, secondo l’opinione di molti polacchi cattolici di mia conoscenza, il Paese avrebbe bisogno di una nuova iniezione di dinamismo nella guida episcopale, per poter cogliere le opportunità che vanno formandosi nell’ambito della cultura.
Secondo lei, gli alti livelli nelle vocazioni sacerdotali in Polonia proseguiranno anche nel futuro?
Weigel: Sì. Almeno nell’immediato futuro.