Evangelizzazione non è sinonimo di dialogo interreligioso, avverte “La Civiltà Cattolica”

In un articolo in cui si interroga sul valore delle altre religioni

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 15 maggio 2006 (ZENIT.org).- La rivista italiana “La Civiltà Cattolica”, in un editoriale dal titolo “Il pluralismo religioso, una sfida al cristianesimo” (quaderno 3741, 6 maggio 2006) si domanda se “Tutte le religioni sono uguali?”.

I redattori gesuiti di questa rivista, le cui bozze devono passare al vaglio critico della Segreteria di Stato vaticana prima di poter essere date alle stampe, rispondono spiegando qual è la differenza sostanziale fra evangelizzazione e dialogo con le altre religioni.

“Il compito della Chiesa – l’evangelizzazione – è cosa diversa dal dialogo interreligioso e non dev’essere confuso con esso”, si afferma nell’articolo.

Nel dialogo, “non si propone la ‘conversione’ a Gesù e l’adesione alla Chiesa, ma la mutua conoscenza, il mutuo apprezzamento e – nei casi e nei modi in cui sia possibile – la mutua collaborazione per scopi di benessere civile e di progresso culturale e sociale”.

Il dialogo interreligiosio, continuano, dovrebbe condurre a “creare un clima di pace tra i popoli, che, nelle religioni pur diverse, devono trovare motivi di unione e di concordia e non motivi di divisione e di lotte”.

“La Civiltà Cattolica” ricorda poi che “il cristianesimo è la via ordinaria della salvezza” e spiega che nel “disegno provvidenziale di Dio” “le religioni non cristiane, pur con i loro limiti, talvolta gravi, hanno un posto di grande rilievo, che i cristiani devono riconoscere e apprezzare”.

Si avverte, tuttavia, che “non è accettabile l’atteggiamento di quei cristiani” che “pongono il cristianesimo accanto alle altre religioni come una religione ‘alla pari’ con le altre”.

“Affermare che il cristianesimo è la religione ‘vera’ e di ‘valore assoluto’ non significa che le altre religioni siano semplicemente false e di nessun valore per la salvezza”, spiegano.

L’articolo insiste successivamente che “il cristianesimo afferma che nelle altre religioni ci sono parecchi elementi ‘veri’ e ‘santi’, tenuti da esso in alta stima, perché riflettono un raggio di quella Verità che illumina ogni uomo: Gesù Cristo, il Figlio di Dio fatto uomo”.

Sulla salvezza dei cristiani si afferma infine: “Noi non sappiamo per quali vie la grazia della salvezza raggiunga tutti gli uomini; possiamo tuttavia pensare che egli si serva di quanto c’è di vero e di santo nelle religioni non cristiane per comunicare la grazia della salvezza a coloro che la professano”.

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ZENIT Staff

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