BRASILIA, mercoledì, 19 ottobre 2005 (ZENIT.org).- La Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia della Camera dei Deputati voterà questo mercoledì il disegno di legge n. 1135/91, che propone la soppressione dell’articolo 124 dell’attuale Codice Penale Brasiliano.
In base alla legge attualmente in vigore in Brasile (Codice Penale, art. 124), l’aborto volontario è considerato un crimine e prevede la detenzione da uno a tre anni. L’articolo 125, che si trova nel titolo dedicato ai “Crimini contro la persona”, nel capitolo “Crimini contro la vita”, stabilisce anche una pena per chi provoca l’aborto, con il consenso della gestante. In base all’articolo 128 del Codice Penale, il crimine dell’aborto non è punibile in Brasile solo se praticato da un medico e se non c’è “altro modo per salvare la vita della gestante”, o se la gravidanza è il risultato di uno stupro.
Il disegno di legge comporta la novità della soppressione dell’articolo 124 del Codice Penale, facendo sì che l’aborto non sia più indicato come crimine, ed è innovativo anche per la menzione in base alla quale la donna avrà diritto all’interruzione di gravidanza, trasformando quello che era un crimine in un diritto.
Durante la 43ª Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Brasiliana (CNBB), svoltasi dal 9 al 17 agosto scorsi, i presuli brasiliani hanno affrontato il tema, pubblicando poi la “Dichiarazione sulle Esigenze Etiche in Difesa della Vita”.
In questa Dichiarazione i Vescovi brasiliani lanciano un appello affinché “tutti coloro che hanno una responsabilità politica, e in particolare lo Stato, alla luce dell’etica ed obbedendo alla Costituzione Brasiliana, si impegnino perché tutti i Brasiliani, dal loro concepimento fino alla morte naturale, abbiano i mezzi necessari per una vita degna, salute, lavoro, alloggio, sicurezza, e soprattutto tutto il rispetto che meritano”, rifiutando anche le iniziative contrarie alla vita che possano essere presentate.
I Vescovi hanno anche ricordato “la lettera del Presidente della Repubblica al Presidente della CNBB e a noi Vescovi riuniti in Assemblea, nella quale riafferma la sua ‘posizione in difesa della vita in tutti i suoi aspetti e in tutta la sua portata’ e si impegna a far sì che il suo Governo ‘non prenda alcuna iniziativa che contraddica i principi cristiani’. Confidiamo, quindi, nel fatto che questi propositi si traducano in gesti concreti, anche quando ciò richiede l’esercizio del suo potere di veto, sia di disegni di legge, sia di destinazione di risorse finanziarie”.
Il disegno di legge che prevede la depenalizzazione dell’aborto in Brasile con assistenza da parte delle unità sanitarie è stato consegnato lo scorso 27 settembre al Presidente della Commissione per la Sicurezza Sociale e la Famiglia della Camera dei Deputati, Benedito Dias.
Il documento è stato elaborato da una commissione tripartita, integrata da rappresentanti dei poteri Esecutivo e Legislativo e della società civile, con la partecipazione di settori delle aree medica e giuridica.
La commissione creata dal Governo per discutere il tema è formata da 18 persone e si è riunita da aprile ad agosto. Propone la liberalizzazione dell’aborto fino alla 12ª settimana di gestazione e fino alla 20ª in caso di gravidanza dovuta a violenza carnale.
Secondo il progetto, la gestante potrebbe sottoporsi ad aborto nelle strutture pubbliche o, se ha un’assicurazione, in un ospedale convenzionato.
“Non si legiferi contro la vita di alcun essere umano, soprattutto di esseri innocenti che non sono ancora nati”, ha affermato monsignor Odilo Pedro Scherer, Segretario generale della CNBB, quando è stata presentata la proposta di depenalizzazione dell’aborto nel Paese.