CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 22 marzo 2005 (ZENIT.org).- La Congregazione per le Chiese Orientali ha rivolto un appello a tutti i cattolici del mondo affinché aiutino concretamente i cristiani della Terra Santa.

Il Prefetto di questo organismo vaticano, il cardinal Ignace Moussa I Daoud, ha ricordato lunedì che i Papi “hanno disposto che nel Venerdì Santo, mentre tutta la Chiesa contempla il volto del Cristo sofferente, non mancassero il ricordo della preghiera e una ‘colletta di carità’ per sostenere le ‘pietre vive’ che nei luoghi santi continuano a celebrare e a vivere la fede cristiana”.

“Ogni anno, pertanto – ha affermato in alcune dichiarazioni rilasciate alla “Radio Vaticana” –, indirizzo all’inizio della Quaresima una lettera a tutti i Vescovi della Chiesa cattolica e ai Nunzi apostolici di tutto il mondo perché con generosità spirituale e materiale si stringano attorno ai fratelli cattolici ed appartenenti alle altre Chiese e comunità cristiane, i quali soffrono fortemente per la fedeltà a Cristo e alla Chiesa, e sono tentati di abbandonare la terra natale per la perdurante mancanza di pace”.

Questa della Colletta è una tradizione che risale già ai tempi della Chiesa primitiva. Lo stesso Apostolo Paolo sollecitò infatti le comunità in Asia minore a sostenere i confratelli a Gerusalemme.

Fu Papa Paolo V, però, nel Breve "Coelestis Regis” del 22 gennaio 1618, a stabilirne per la prima volta la finalità, e Benedetto XIV la confermò con il Breve Apostolico "In supremo militantis Ecclesiae" del 7 gennaio 1746.

Per quanto riguarda il messaggio del 2005, Sua Beatitudine Ignace Moussa I Daoud ha ricordato la visita in Terra Santa dopo la Pasqua dell’anno scorso ed ha spiegato: “La Terra Santa deve avvertire che il Papa è sempre vicino e coinvolge tutta la Chiesa in questo abbraccio di solidarietà”.

Il Cardinale ha quindi rivolto un appello “perché cristiani, ebrei e musulmani nel reciproco rispetto diano prova davanti al mondo che la fede nell’unico Dio non solo è possibile, ma è portatrice di pace e prosperità alle sue creature”.