Critica episcopale all’inasprimento dell’embargo degli Stati Uniti contro Cuba

WASHINGTON, martedì, 1° giugno 2004 (ZENIT.org).- Il Presidente della Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti afferma che la totale libertà per il popolo cubano non dovrebbe essere raggiunta a costo di aggravare l’embargo economico o di imporre ulteriori restrizioni agli spostamenti.

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In una lettera indirizzata al Presidente George Bush, monsignor Wilton Gregory ha criticato il rapporto della Commissione per l’Assistenza a una Cuba Libera dell’amministrazione statunitense.

“Gli obiettivi della Commissione di soddisfare i bisogni umani fondamentali nel campo dell’educazione, della salute e delle abitazioni, modernizzando i trasporti e migliorando le condizioni dell’ambiente, e soprattutto valorizzando il governo democratico di Cuba sono lodevoli”, ha affermato il prelato nella sua lettera.

“Questi obiettivi, tuttavia, possono essere raggiunti meglio incrementando i rapporti con il popolo americano, più che riducendoli”, ha sottolineato.

“Per troppo tempo il popolo di Cuba ha dovuto subire un controllo eccessivo a livello sociale, politico ed economico, e questo ha fatto sì che molti Cubani abbiano cercato la libertà all’estero”, ha poi ricordato.

“Di comune accordo con il Papa Giovanni Paolo II e i vescovi cubani – ha concluso -, consideriamo l’embargo economico moralmente inaccettabile e politicamente controproducente”.

Il Governo del Presidente George W. Bush ha reso note agli inizi di maggio alcune misure che hanno l’obiettivo di “accelerare la fine della dittatura cubana” e che includono, ad esempio, la riduzione delle visite dei Cubani emigrati negli Stati Uniti ai loro familiari rimasti sull’isola a una volta ogni tre anni, al posto della visita annuale permessa attualmente.

Sarà limitata anche la spesa giornaliera che può essere effettuata nell’isola e verranno prese misure più severe nei confronti di coloro che dagli Stati Uniti porteranno illegalmente denaro a Cuba.

Molti Cubani ricevono periodicamente, in un modo o nell’altro, rimesse e pacchi dai loro familiari residenti negli Stati Uniti, il che aiuta ad alleviare le precarie condizioni di vita della gente dell’isola (vd. ZENIT, Servizio Giornaliero, 23 aprile 2004).

Il Governo di Cuba ha reagito alle misure statunitensi aumentando significativamente i prezzi dei prodotti dei negozi cubani che vendono in dollari, in cui si trovano generi non disponibili in pesos cubani.

Con gli acquisti effettuati in questi negozi, i Cubani integrano gli scarsi prodotti che acquistano in pesos con il libretto di razionamento.

Le misure dei Governi di Washington e L’Avana sono state criticate anche da un comunicato del Comitato Permanente della Conferenza dei Vescovi Cattolici di Cuba (COCC) (cfr. ZENIT, Servizio Giornaliero, 27 maggio 2004 ).

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ZENIT Staff

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