"Violenze e ingiustizie non possono lasciarci indifferenti e immobili"

Durante l’Angelus, Papa Francesco rivolge ai fedeli il suo augurio cristiano e stigmatizza le tragedie e le guerre di oggi, invocando la pace e la Vergine Maria

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“Pace e ogni bene”. Come il suo Patrono d’Assisi, Francesco non augura altro al popolo di cui è Pastore per questo nuovo anno appena avviato. “Il mio augurio – ha detto oggi, durante l’Angelus – è quello della Chiesa, è quello cristiano! Non è legato al senso un po’ magico e un po’ fatalistico di un nuovo ciclo che inizia”.

La storia, ha soggiunto il Santo Padre, “ha un centro: Gesù Cristo, incarnato, morto e risorto, che è vivo tra noi”. Ha un fine: “Il Regno di Dio, Regno di pace, di giustizia, di libertà nell’amore”. Ed “ha una forza che la muove verso quel fine”: lo Spirito Santo ricevuto nel Battesimo, che ci spinge ad andare avanti “nella strada della vita cristiana, nella strada della storia, verso il Regno di Dio”.

Questo Spirito – ha spiegato Francesco – “è la potenza d’amore che ha fecondato il grembo della Vergine Maria; ed è lo stesso che anima i progetti e le opere di tutti i costruttori di pace”. “Dove è un uomo o una donna costruttore di pace, è proprio lo Spirito Santo che li aiuta, li spinge a fare la pace”, ha affermato, ricordando la doppia ricorrenza di oggi: la Solennità di Maria Santissima Madre di Dio e la Giornata Mondiale della Pace.

In particolare, Bergoglio si è soffermato sul tema della Giornata: «Fraternità, fondamento e via per la pace». Fraternità, ha spiegato, perché “alla base c’è la convinzione che siamo tutti figli dell’unico Padre celeste, facciamo parte della stessa famiglia umana e condividiamo un comune destino”. Da qui deriva la responsabilità di ciascuno ad “operare”, affinché il mondo “diventi una comunità di fratelli che si rispettano, si accettano nelle loro diversità e si prendono cura gli uni degli altri”.

Il Vescovo di Roma ha quindi stigmatizzato le continue violenze e ingiustizie che si verificano in tante parti del mondo e che – ha detto – “non possono lasciarci indifferenti e immobili”. In proposito, il Papa ha raccontato di aver ricevuto, nei giorni scorsi, una lettera di un signore – “forse uno di voi” – che sfogava il suo dolore per una recente tragedia familiare, e successivamente elencava tragedie e guerre di oggi. “Cosa succede nel cuore dell’uomo, che è portato a fare tutto questo?”, domandava l’anonimo mittente, e alla fine diceva. “È ora di fermarsi”. Francesco allora ha fatto sue le parole dell’uomo e ha rivolto le stesse domande a tutti i fedeli presenti in piazza San Pietro, per poi aggiungere: “Anche io credo che ci farà bene fermarci in questa strada di violenza, e cercare la pace”.

Il Pontefice ha quindi dato voce ai credenti di ogni angolo della terra, che oggi “elevano la preghiera per chiedere al Signore il dono della pace e la capacità di portarla in ogni ambiente”. “In questo primo giorno dell’anno – ha esortato – il Signore ci aiuti ad incamminarci tutti con più decisione sulle vie della giustizia e della pace”. A partire dalla propria casa: “Giustizia e pace a casa, tra noi; si incomincia a casa e poi si va avanti, a tutta l’umanità”, ha affermato Bergoglio.

Quindi l’auspicio che “lo Spirito Santo agisca nei cuori, sciolga le chiusure e le durezze e ci conceda di intenerirci davanti alla debolezza del Bambino Gesù”. La pace richiede infatti “la forza della mitezza, la forza nonviolenta della verità e dell’amore”. Tutte queste speranze, il Papa le ha affidate “nelle mani di Maria, Madre del Redentore”: a Colei “che estende la sua maternità a tutti gli uomini, affidiamo il grido di pace delle popolazioni oppresse dalla guerra e dalla violenza, perché il coraggio del dialogo e della riconciliazione prevalga sulle tentazioni di vendetta, di prepotenza, di corruzione”.

Dopo la preghiera dell’Angelus, Papa Francesco ha ringraziato il Presidente della Repubblica Italiana per le espressioni augurali rivolte ieri sera, durante il suo Messaggio alla Nazione. “Ricambio di cuore – ha detto il Santo Padre – invocando la benedizione del Signore sul popolo italiano, affinché, con il contributo responsabile e solidale di tutti, possa guardare al futuro con fiducia e speranza”.

Ha poi rivolto un pensiero alle diverse iniziative di preghiera per la pace che si svolgono in ogni parte del mondo. In particolare, ha ricordato la Marcia nazionale a Campobasso, organizzata ieri dalla CEI, e la manifestazione “Pace in tutte le terre”, promossa a Roma e in altri Paesi da Sant’Egidio. Come pure le famiglie del Movimento dell’Amore Familiare, che hanno vegliato stanotte in Piazza San Pietro. “Grazie! Grazie per questa preghiera”, ha detto il Vescovo di Roma.

Dopo i saluti ai pellegrini, alle famiglie e ai gruppi di giovani, il Papa ha auspicato per tutti “un anno di pace nella grazia del Signore e con la protezione materna di Maria, che oggi invochiamo con il titolo Madre di Dio”. Come nella Messa di stamane in Vaticano, ha quindi esortato i presenti ad invocare insieme la Vergine, per tre volte. Da San Pietro si è dunque alzato il grido: “Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio! Santa Madre di Dio!”, concluso con l’augurio del Papa: “Buon inizio dell’anno, buon pranzo e arrivederci!”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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