Un dono per la Chiesa di Napoli: la beatificazione di Maria Cristina di Savoia

Sabato 25 gennaio, la regina del Regno delle Due Sicilie verrà elevata agli onori degli altari nella basilica partenopea di Santa Chiara, dove è custodito il suo sepolcro

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Napoli avrà presto una nuova beata. Si tratta della Venerabile Serva di Dio Maria Cristina di Savoia, regina del Regno delle Due Sicilie, il cui rito di beatificazione si celebrerà sabato 25 gennaio 2014 alle ore 11.00 nella basilica di Santa Chiara in Napoli. Qui infatti, nella cappella di San Tommaso, si custodisce il suo venerato sepolcro.

Maria Cristina di Savoia giunse a Napoli il 30 novembre 1832, sposa di Ferdinando II di Borbone, come giovane sovrana destinata a scrivere una pagina di singolare santità nella sua nuova patria. Breve fu la sua permanenza a Napoli, gli ultimi tre anni della sua vita, sufficienti per essere acclamata dalla corte e dal popolo come la “Reginella santa”.

Dopo un lungo e documentato processo canonico, la Chiesa proclama beata questa giovane e nobile donna, a testimonianza che la “vita buona del vangelo” è possibile in ogni ambiente sociale e che la universale chiamata alla santità è vocazione di ogni battezzato. Napoli, che l’accolse come un dono regale al suo arrivo, la riscopre oggi come dono di santità suscitato dallo Spirito.

Maria Cristina nacque a Cagliari il 14 novembre 1812, ultima delle figlie di Vittorio Emanuele I di Savoia e di Maria Teresa d’Asburgo. Educata dalla madre e guidata spiritualmente dall’olivetano padre Giovanni Battista Terzi, visse l’infanzia e la giovinezza alla corte di Torino e, dopo la morte del padre, a palazzo Tursi in Genova. La sua avvenenza, la sua cultura e le sue doti morali e spirituali fecero di lei la sposa più ambita dai sovrani dell’epoca. Il 21 novembre 1832 nel santuario di Nostra Signora dell’Acquasanta in Voltri (Genova), dopo lunghe trattative ed approfondito discernimento spirituale, Maria Cristina si unì in matrimonio con Ferdinando II di Borbone.

Accanto al giovane sovrano, mantenne le sue religiose abitudini, espressione di una fede convinta e matura. Seppe illuminare con il consiglio e sostenere con la preghiera le decisioni importanti del re, appellandosi alla legge di Dio oltre che alla giustizia degli uomini.
In seno alla famiglia reale e alla corte attuò una missione silenziosa ed efficace di testimonianza cristiana, volta a comporre le divergenze, moderare gli animi, morigerare i costumi. Conquistò il popolo di Napoli con la sua sollecita e straordinaria carità. Attingendo al suo personale patrimonio, soccorse con prodigalità i poveri, secondo le richieste che le giungevano dalla città e dal regno.

Per far fronte al fiume di elemosine da lei voluto e autorizzato si avvalse della collaborazione dei vescovi e dei parroci per agire in modo equo ed evitare ingiustizie. Con la sua intercessione salvò molti condannati a morte, ottenendo che la pena capitale fosse commutata in una più lieve. Tra le opere sociali da lei promosse, oltre la dotazione delle ragazze povere e la produzione di letti per gli indigenti, va menzionata la riattivazione dell’industria della seta presso gli opifici del Real Sito di San Leucio di Caserta, e ciò a vantaggio dei coloni di quelle terre.

Dopo aver chiesto insistentemente a Dio il dono della maternità, che sembrava tardare, coronò il suo breve regno con la nascita dell’erede, Francesco. Colta da febbre puerperale visse gli ultimi giorni nella piena adesione alla volontà di Dio, disponendo che si provvedesse ai poveri da lei assistiti anche dopo la sua dipartita.

Morì nel palazzo reale di Napoli a mezzogiorno del 31 gennaio 1836, ripetendo le parole che erano diventate la sua ultima invocazione: “Credo in Dio, spero in Dio, amo Dio”.
La nuova beata ci offre un messaggio perennemente attuale e mostra un itinerario di virtù da tutti praticabile. Maria Cristina fin da fanciulla aveva compreso che la perfezione cristiana è fondata sull’amore: conoscere Dio per amarlo e servirlo, amare i propri fratelli e soccorrerli nelle loro necessità.

Sia da principessa che da regina restò fedele alle promesse battesimali e seppe diffondere il bene attorno a sé dal posto in cui Dio l’aveva collocata. A tutti insegna che Dio è la vera ricchezza, l’unico bene, la fonte di ogni autentica felicità.

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Un dossier di testi, immagini e commenti in preparazione a tale evento lo si può vedere in http://regio18.blogspot.it/2014/01/quando-gli-statisti-erano-santi.html

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ZENIT Staff

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