In un videocollegamento in diretta streaming con giovani della rete di istituti educativi “Scholas Occurrentes”, papa Francesco ha lanciato oggi la sfida di umanizzare la globalizzazione.
Il Pontefice si è collegato infatti venerdì 9 giugno, alle ore 17, con giovani di nove Paesi di tutto il mondo — Italia, Colombia, Haiti, Paraguay, Argentina, Brasile, Messico, Spagna ed Emirati Arabi Uniti — di “Scholas Ciudadanía”, un ramo della grande rete “Scholas Occurrentes”, per una videoconferenza sul tema “Tutto in questo mondo ha un senso, persino questo sassolino…”.
L’occasione era l’inaugurazione della sede romana di “Scholas Occurrentes” nel Palazzo San Callisto, di proprietà della Santa Sede, nel quartiere di Trastevere.
Dopo aver ascoltato i giovani, il Pontefice ha preso la parola. “La vostra testimonianza fa bene”, così ha detto, aggiungendo poi in modo scherzoso che anche “l’aria condizionata farebbe bene qui”.
Papa Francesco ha insistito in particolare sul senso o significato di ogni cosa, di ogni persona nel mondo, mostrando appunto ai giovani un sassolino grigio, un’allusione al titolo dell’evento.
Francesco ha poi proposto la sfida di realizzare una mondializzazione “umana”, in cui ciascuno “condivide” con gli altri il “senso” di cui è portatore.
Per umanizzare la globalizzazione occorre “includere”, “dare la mano”, “abbracciare”, invece di escludere, ha detto il Papa, il quale ha aggiunto che bisogna rifiutare l’“elitismo”, poiché forma un “gruppo chiuso” ed “egoista”.
In questo modo si diventa incapace di pensare, di sentire, di lavorare con l’altro, ha avvertito Francesco, che ha definito questo atteggiamento una “tentazione del mondo di oggi”.
Il pericolo di questo elitismo è che poi si finisce anche a scegliere soltanto coloro “che possono pagare l’educazione”, ma questo non è la “vera educazione”, ha detto il Papa, che ha usato il neologismo “elitizzare”.
La sfida proposta ai giovani di “Scholas” è quindi “condividere con gli altri le caratteristiche di ogni sassolino”, e questo si fa “umanamente”, “non animalmente”, vale a dire “dialogando, non aggredendo”.
Mentre ha messo i giovani in guardia da una società sempre più “elitista” e sempre meno “partecipativa”, li ha esortati a non “lasciarsi escludere”.
Ognuno di noi ha un senso, ha sottolineato, mostrando di nuovo il sassolino. Ognuno deve quindi scoprire il “suo” senso, per poter condividerlo, ha ricordato il Papa. “Se non si condivide, si finisce al museo: nessuno di voi vuole finire al museo”, ha esclamato sorridendo.
Il Pontefice ha messo in guardia da un altro pericolo, cioè quello di concepire la globalizzazione come una uniformizzazione, che cancella le caratteristiche di ciascuno: “se non sei nel sistema, non esisti”.
All’incontro nel Palazzo San Callisto hanno partecipato tra gli altri il presidente mondiale di “Scholas”, José María Del Corral, e il segretario dell’organismo, Enrique Palmeyro, inoltre la Ministra dell’Istruzione italiana, Valeria Fedeli, nonché il direttore generale della AS Roma, Mauro Baldissoni, accompagnato dal calciatore Alessandro Florenzi, e Paolo Picchio, padre di Carolina, giovane vittima del cyberbullismo.
Come ricorda un comunicato stampa, “Scholas”, che è attualmente il più grande movimento studentesco a livello mondiale, ha preso il via 20 anni fa in Argentina, quando Jorge Mario Bergoglio era arcivescovo di Buenos Aires.
L’iniziativa è stata “rifondata” poi dallo stesso papa Francesco in seno alla Pontificia Accademia delle Scienze nel 2013, dedicandosi ai bambini e ragazzi in difficoltà e promuovendo strategie educative attraverso lo sport, l’arte e la tecnologia. (pdm)
Inaugurazione Sede "Scholas occurrentes", 9 giugno 2017 - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO
“Scholas Occurrentes”: il Papa lancia la sfida della globalizzazione “umana”
Inaugurazione della sede romana della rete di istituti educativi