Sacerdoti non celebranti che leggono il Vangelo

La principale lettura della Messa va sempre affidata a un diacono o presbitero che sia parte integrante dell’assemblea liturgica

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Nella sua consueta rubrica di liturgia, questa settimana padre Edward McNamara, professore di Teologia e direttore spirituale, risponde ad una domanda posta da un nostro lettore in Canada:

So che in assenza di un diacono un sacerdote concelebrante può leggere il Vangelo nella Messa. In questo caso, non ha bisogno di chiedere prima di leggere il Vangelo la benedizione del celebrante principale, a meno che questo non sia un vescovo. La mia domanda è: un sacerdote può leggere il Vangelo se tiene l’omelia ma con concelebra? Lo chiedo perché nella mia diocesi è molto comune che nelle parrocchie un unico sacerdote tenga l’omelia in tutte le Messe celebrate in una domenica, tra cui anche Messe in cui lui non è né il celebrante principale né concelebrante. Se è consentito ad un sacerdote non concelebrante di leggere il Vangelo prima di tenere l’omelia, deve chiedere la benedizione del celebrante principale prima della lettura del Vangelo? — K.D., Toronto (Canada)

***

Sono poche le norme che rispondono a questa domanda. Alcune indicazioni pertinenti le troviamo nell’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR). In primo luogo, per quanto riguarda il lettore del Vangelo, si legge al n° 59:

“59. Il compito di proclamare le letture, secondo la tradizione, non è competenza specifica di colui che presiede, ma di altri ministri. Le letture quindi siano proclamate da un lettore, il Vangelo sia invece proclamato dal diacono o, in sua assenza, da un altro sacerdote. Se non è presente un diacono o un altro sacerdote, lo stesso sacerdote celebrante legga il Vangelo; e se manca un lettore idoneo, il sacerdote celebrante proclami anche le altre letture.

Dopo le singole letture il lettore pronuncia l’acclamazione e il popolo riunito con la sua risposta dà onore alla parola di Dio, accolta con fede e con animo grato”.

Questo, naturalmente, nella tradizione latina. In alcune Chiese orientali, la lettura del Vangelo è riservata al celebrante principale come rappresentante della voce di Cristo.

Invece per quanto riguarda l’omelia, l’OGMR dice al no. 66:

“66. L’omelia di solito sia tenuta personalmente dal sacerdote celebrante. Talvolta, potrà essere da lui affidata a un sacerdote concelebrante e, secondo l’opportunità, anche al diacono; mai però a un laico. In casi particolari e per un giusto motivo l’omelia può essere tenuta anche dal Vescovo o da un presbitero che partecipa alla celebrazione anche se non può concelebrare (…)”.

Il n°59 non specifica se l’”altro sacerdote” che legge il Vangelo è anche un concelebrante, ma si potrebbe presumere che questo sia normalmente il caso. Leggere il Vangelo è infatti un ministero all’interno della celebrazione, e dunque logicamente la persona che esercita questo ministero dovrebbe essere un membro integrante dell’assemblea, prendere parte a tutta la celebrazione, e ricevere la Comunione come completamento della sua piena partecipazione.

Un sacerdote che predica in varie Messe, ad esempio, in occasione di un appello missionario, normalmente non è in grado di celebrare o concelebrare in tutte queste Messe. Non può neppure partecipare pienamente a ciascuna di esse come membro dell’assemblea, dal momento in cui le norme che precludono più di due comunioni al giorno valgono anche per un sacerdote non celebrante.

Per questo motivo, al fine di rispettare l’integrità della partecipazione liturgica, sono del parere che il predicatore non dovrebbe leggere il Vangelo.

Allo stesso modo, quando “in casi particolari e per un giusto motivo”, un ministro diverso dal celebrante tiene l’omelia in ogni Messa, è probabile che lui non partecipi interamente ad ogni celebrazione. Ancora una volta, essendo non pienamente membro di quella particolare assemblea, non dovrebbe leggere il Vangelo.

Nei casi qui sopra menzionati il predicatore dovrebbe avvicinarsi all’ambone dopo la proclamazione del Vangelo. Di norma dovrebbe indossare alba e stola, o cotta e stola.

Del resto, è da discutere se si tratti di una pratica “molto comune”. È senz’altro accettabile in alcune occasioni, ma farlo su base regolare non è in conformità con lo spirito della liturgia.

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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