Povertà, luogo di grazia

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mt 11,25-30

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Lettura

Guardando il suo esercito di poveri, diseredati, malati (capita ai preti ogni giorno, accarezzando con lo sguardo il minuscolo drappello di fedeli presenti alla Messa feriale!), Gesù anziché scoraggiarsi per la sua utenza insignificante agli occhi del mondo, esulta nello Spirito Santo e scioglie un inno di lode al Padre che ha scelto i poveri come destinatari di segreti vietati ai grandi e ai potenti.

Meditazione

Anch’io sono tentato di valutare la fecondità del mio ministero dai titoli accademici dei miei ascoltatori, dal blasone, dal reddito, dalla cultura, dall’asse patrimoniale, dal linguaggio forbito, dagli abiti che indossano, dal loro portamento… e invece sono invitato a partecipare alla stessa gioia di Gesù che benedice il Padre che ha predilezione per i disagiati. Dimentico a volte che anch’io sono nella massa dei malati e di coloro che non hanno meriti da vantare. I piccoli sono i destinatari dei grandi disegni e progetti di Dio e, attraverso di essi, senza che neppure se ne accorgano, Egli opera cose grandi. La cella di Caterina da Siena era una povera cella di monaca votata al silenzio di sé e del mondo, eppure divenne crocevia di rivelazioni, di passione ineffabile per il Sangue di Cristo, di diplomazia tra i principi e i re del suo secolo, di relazioni con il Papa, con vescovi e cardinali. Caterina fece tutto con grande naturalezza, senza accorgersi di ciò che Dio operava in lei e attraverso di lei. A noi, ammalati di presenzialismo e di elefantiasi dell’ego, la santa offre umilmente la sua testimonianza e la sua intercessione. Una volta svestiti della nostra presunzione, piagati e stanchi, troviamo accoglienza in quell’esercito di poveri che si appoggia e si riposa sul cuore mite e umile del Redentore. «Basta essere uomini – ripeteva don Primo Mazzolari – per essere poveri uomini».

Preghiera

Donami, Signore, l’umiltà che proviene dalla percezione delle mie radici: sono fatto di terra. Il cielo è solo dono tuo e si chiama… grazia.

Agire

All’ufficio postale o davanti a qualsiasi sportello pubblico, nel fare pazientemente la fila, mi immergo senza resistenza nel popolo dei poveri.

Meditazione a cura di mons. Arturo Aiello, vescovo di Teano-Calvi, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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