Più aiuto a mamme e coppie, spesso sole davanti alle sfide della maternità

Save the Children pubblica il nuovo rapporto “Mamme in arrivo” e i risultati del progetto “Fiocchi in Ospedale”, per l’accompagnamento di madri e genitori in 3 ospedali italiani

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Nell’assistenza alle “mamme in attesa” o che hanno appena partorito, dal punto di vista sanitario l’Italia vanta una qualità diffusa, benché non manchino alcune criticità, sensibili differenze territoriali e ancora si verifichino tragedie evitabili, come la morte di una bambina appena nata, bisognosa di terapia intensiva a Catania. 

Si rileva poi una diffusa mancanza di supporto sociale a madri e bimbi, essenziale per fare fronte alle sfide che la maternità pone, anche in relazione all’età e alle condizioni psicologiche, familiari e lavorative della madre e della coppia.

Il 29% dei Punti Nascita – dove avviene, cioè, la maggioranza dei parti, fatto salvo circa l’1% di mamme che dà alla luce il bimbo in casa – non è in linea con i parametri, poiché, tra l’altro, vi si effettuano meno di 500 parti l’anno; eccessivo  il ricorso ai tagli cesarei,  pari al 36,3% dei parti, con punte ancora più elevate. 

Undici neonati su 100 in Italia hanno una mamma sotto i 25 anni,otto su 100 invece di 40 anni e più e 280 sono state le mamme over 50; tra l’8 e il 12% delle neo madri, pari a un numero compreso tra le 45 e le 50 mila donne all’anno, soffre di depressione post partum; circa 400 neonati, ogni anno, non sono riconosciuti dalle madri e vengono lasciati in ospedale; per quanto riguarda i servizi territoriali per la salute materno-infantile, i consultori si sono ridotti di numero negli anni e attualmente sono 1.911: circa 1 ogni 29 mila abitanti.

La copertura degli asili nido pubblici riguarda solo il  13% dei bambini 0-2 anni e scende ulteriormente in alcune regioni, toccando quota 2% circa in Calabria e Campania: d’altra parte è appena del 4,8% la percentuale di risorse destinate alle famiglie, sul totale della spesa sociale. Ciò a fronte di condizioni sociali difficili per molte famiglie con minori: sono 1.434.000, pari al 13,8% del totale i bambini che nascono e vivono  in famiglie in povertà assoluta.

Sono alcuni dati del rapporto “Mamme in arrivo” presentato oggi da Save the Children – l’Organizzazione dedicata dal 1919 a salvare la vita dei bambini e difendere i loro diritti. – che ha raccolto le principali informazioni sul “percorso nascita”,  il delicato iter  che conduce al parto e  prosegue con l’accudimento del neonato e l’inizio dell’esperienza genitoriale.

Il rapporto si inserisce nel progetto “Fiocchi in Ospedale”, avviato da Save the Children nel 2012 per migliorare le condizioni dei bambini fin dai primi giorni di vita, attraverso il sostegno al piccolo e i genitori, in sinergia con l’ospedale e il territorio. In collaborazione con partner locali e coadiuvato da un Comitato scientifico, “Fiocchi in Ospedale” è attivo negli ospedali Niguarda di Milano, Policlinico di Bari e Cardarelli di Napoli. 

11.722 i bambini, le mamme e i familiari supportati attraverso lo sportello aperto tutti i giorni, o specifici incontri su allattamento, nutrizione, igiene e cura del bambino. Per le mamme in condizioni di vulnerabilità economica e sociale Fiocchi in Ospedale prevede un sostegno materiale (pannolini, accessori e prodotti per la cura del neonato) mentre nei casi particolarmente critici (mamme sole, giovani, straniere, donne in condizioni di povertà, emergenza abitativa, tossicodipendenze, sfruttamento e abuso) viene realizzata una dimissione protetta.

“Con il rapporto Mamme in arrivo abbiamo cercato di documentare le disfunzioni di una rete sanitaria che, pur essendo riconosciuta come una delle migliori al mondo, non assicura dappertutto e in ogni circostanza  le condizioni di sicurezza fondamentali, come accaduto per la bambina neonata di Catania la cui morte è inammissibile”, spiega Raffaela Milano, direttore programmi Italia-Europa Save the Children.

“Inoltre – prosegue – abbiamo posto l’attenzione sul sostegno ‘sociale’ al percorso nascita, cioè sull’insieme di servizi, misure e politiche che dovrebbero essere a disposizione della mamma e della coppia affinché il parto e la maternità siano vissuti in modo positivo. Abbiamo constatato come tale sostegno sociale sia spesso inadeguato e le mamme e le coppie si ritrovino sole, nonostante i tentativi di miglioramento promossi attraverso  l’emanazione di una serie di linee guida”.

Save the Children propone dunque di stabilire una road map per la messa in sicurezza e l’umanizzazione di tutta la rete dei punti nascita, a partire da una chiara valutazione delle loro attuali condizioni e definendo anche eventuali utilizzi alternativi delle strutture più piccole, laddove se ne decida la chiusura.

“Il percorso nascita non può continuare ad essere a ostacoli”, aggiunge ancora Milano, e rimarca la necessità di un intervento perché, “insieme al miglioramento dell’assistenza sanitaria, si rafforzi la rete degli interventi sociali per le neo-mamme e coppie, assicurando continuità di cura fra ospedale e territorio e il coordinamento degli interventi di sostegno del percorso nascita, inclusi quelli delle organizzazioni non profit, come il progetto ‘Fiocchi in Ospedale’ di Save the Children”.

Per prevenire, poi, situazioni di maltrattamento, abuso o di grave disagio materno, conclude la responsabile,  “è necessario definire protocolli che escludano, in qualsiasi circostanza, le dimissioni ospedaliere di una neo mamma che mostri gravi condizioni di fragilità sociale o psicologica, senza una adeguata presa in carico, da attivarsi già durante il ricovero ospedaliero”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione