Cartagena de Indias, Colombia / Wikimedia Commons - Norma Gòmez, CC BY 2.0

Papa: “Verrò come pellegrino di speranza e di pace”

Videomessaggio del Papa al popolo colombiano — Testo completo

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“Vi abbraccio con affetto e chiedo al Signore di benedirvi.” Con queste parole papa Francesco conclude il suo videomessaggio al “caro popolo della Colombia”, in preparazione del viaggio apostolico che compirà da mercoledì 6 a lunedì 11 settembre prossimi nel Paese sudamericano. Nel suo messaggio il Pontefice annuncia che viene “come pellegrino di speranza e di pace”.
Il Paese sudamericano, che conta circa 48,7 milioni di abitanti, confina a nord-est con il Venezuela, ad ovest con il Panama, a sud-ovest con l’Ecuador e il Perù, e sud-est con il Brasile. La Colombia ha due sbocchi al mare: a nord affaccia sul Mar dei Caraibi e a ovest sull’Oceano Pacifico.
Il messaggio del Pontefice, pronunciato in lingua spagnola, è stato diffuso lunedì sera, il 4 settembre 2017, dalla Santa Sede.
Nel testo, il Pontefice ricorda il lemma del suo viaggio — “Facciamo il primo passo” — e sottolinea che compiere “il primo passo ci incoraggia ad uscire per andare incontro all’altro, a tendere la mano e a scambiarci il segno della pace”.
Infatti, “la pace è quella che la Colombia cerca”, prosegue il Papa, “una pace stabile, duratura, perché possiamo vederci e trattarci come fratelli, non come nemici”. (pdm)
Riprendiamo di seguito il testo integrale del videomessaggio.
***
Caro popolo della Colombia, tra qualche giorno visiterò il vostro Paese. Verrò come pellegrino di speranza e di pace, per celebrare con voi la fede nel nostro Signore e anche per imparare dalla vostra carità e dalla vostra perseveranza nella ricerca della pace e dell’armonia.
Saluto cordialmente e ringrazio il Signor Presidente e i Vescovi della Conferenza Episcopale per l’invito a visitare la Colombia. Ringrazio anche ognuno di voi che mi accoglie nella vostra terra e nel suo cuore. So che avete lavorato – e avete lavorato molto – per preparare questo incontro. I miei ringraziamenti vanno a tutti coloro che hanno collaborato e continuano a farlo perché esso diventi una realtà.
“Facciamo il primo passo” è il motto di questo viaggio. Esso ci ricorda che abbiamo sempre bisogno di fare un primo passo per qualsiasi attività e progetto. Esso ci spinge anche ad essere i primi ad amare, a costruire ponti, a creare la fraternità. Fare il primo passo ci incoraggia ad uscire per andare incontro all’altro, a tendere la mano e a scambiarci il segno della pace. La pace è quella che la Colombia cerca e per il cui conseguimento lavora da molto tempo. Una pace stabile, duratura, perché possiamo vederci e trattarci come fratelli, non come nemici. La pace ci ricorda che siamo tutti figli dello stesso Padre che ci ama e ci conforta. Sono onorato di visitare questa terra ricca di storia, cultura, fede, uomini e donne che hanno lavorato con determinazione e perseveranza per renderla un luogo in cui regna l’armonia e la fraternità, in cui il Vangelo è conosciuto e amato, dove dire fratello e sorella non risulta un segno strano, ma un vero e proprio tesoro da proteggere e difendere. Il mondo di oggi ha bisogno di consiglieri di pace e di dialogo. Anche la Chiesa è chiamata a questo compito, per promuovere la riconciliazione con il Signore e con i fratelli, ma anche la riconciliazione con l’ambiente che è una creazione di Dio e che stiamo sfruttando in modo selvaggio.
Che questa visita sia come un abbraccio fraterno a ciascuno di voi e che si senta la consolazione e la tenerezza del Signore.
Cari fratelli e sorelle colombiani, desidero vivere questi giorni con voi con animo gioioso, con gratitudine al Signore. Vi abbraccio con affetto e chiedo al Signore di benedirvi,  che protegga il vostro paese e gli conceda la pace. E chiedo alla nostra Madre, la Vergine Santa, che abbia cura di voi. E non dimenticate di pregare per me. Grazie e a presto.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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