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Pakistan: in molti testi scolastici si incita alla violenza religiosa

La denuncia della Commissione episcopale giustizia e pace: molti studenti sarebbero costretti a leggerli per non subire ritorsioni

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Vere e proprie incitazioni all’odio religioso nei libri di testo scolastico. È quanto denuncia la Commissione episcopale giustizia e pace del Pakistan (NCJP), il cui direttore esecutivo Cecil Shane Chaudhry ha chiesto al governo di Islamabad di farsi carico della questione.
“Non è una questione che riguarda solo le minoranze ma un problema nazionale”, ha dichiarato Chaudhry durante la presentazione a Lahore di un dossier sull’intolleranza religiosa in Pakistan nei confronti dei non-musulmani. Gli studenti cristiani e di altre minoranze, sarebbero costretti a leggere testi che istigano all’intolleranza, per non subire ritorsioni.
Il dossier, di quaranta pagine, prende in esame i programmi scolastici approvati dal governo e diffusi in quattro province pakistane, i cui contenuti favoriscono effettivamente il fanatismo religioso e la violenza.
Dallo studio emerge che il 74% dei testi approvati dai programmi ministeriali incoraggiano la militanza e l’odio religioso. In un libro in uso a Peshawar (nota roccaforte dei Talebani), si legge: “Gli inglesi hanno imposto il Governo sui musulmani, perciò essi considerano i musulmani come loro nemici. Essi hanno chiuso tutte le possibilità di sviluppo per i musulmani. Per questo motivo ai musulmani non rimane altra scelta che combattere gli inglesi… I pastori cristiani hanno convertito in modo forzato la popolazione locale al cristianesimo”.
“Quando frequentavo le scuole medie — ha dichiarato Chaudhry — ero pieno di orgoglio nel leggere le imprese di mio padre (noto aviatore, studioso cattolico e attivista) sui libri di testo. Ma poi il suo nome, assieme a quelli di molti altri eroi non musulmani, è scomparso negli anni dell’università. Queste modifiche deliberate sono un campanello d’allarme”.
Secondo quanto denuncia la legislatrice musulmana Asma Bukhari, questi testi “sono pieni di opinioni personali, che non hanno niente a che fare con l’islam”.
Altro musulmano moderato che ha dato il suo appoggio alla NCJP è Mohammad Tahseen, direttore del South Asia Partnership Pakistan: “È molto di più di un lavoro accademico. I riferimenti citati sono condivisi da molti parlamentari. Stiamo creando militanti islamici perché abbiamo scelto come nostri eroi i guerrieri che brandiscono le armi, piuttosto che i poeti o gli illuminati sufi”.
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Fonte: L’Osservatore Romano

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ZENIT Staff

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