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Pakistan: sotto processo per blasfemia il figlio dell'ex governatore del Punjab

Shaan Taseer è primogenito del governatore ucciso da fondamentalisti per aver difeso Asia Bibi. Lui ora rischia il carcere per aver detto, in un video, “Buon Natale”

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La legge sulla blasfemia in Pakistan continua a mietere vittime. A rischiare di finire in carcere con questa accusa anche Shaan Taseer, primogenito del governatore pachistano della provincia del Punjab assassinato esattamente sei anni fa. Suo padre, Salman Taseer, musulmano, aveva “osato” difendere la donna cristiana Asia Bibi, condannata in primo grado alla pena di morte per blasfemia e che dieci giorni fa ha passato il suo settimo Natale in carcere. Per questo fu ucciso da fondamentalisti islamici.
Suo figlio rischia invece una lunga pena dietro le sbarre per aver scritto sulla sua pagina Facebook un messaggio di auguri natalizi ai cristiani. La polizia di Lahore, capoluogo del Punjab, ha avviato l’indagine nei suoi confronti dopo che è stata trovata una chiavetta Usb contenente un video all’esterno di un commissariato in cui Shaan Taseer, oltre a fare gli auguri di Natale, esprime solidarietà ad Asia Bibi. Non è chiaro chi sia l’autore del filmato, ma l’uomo ripreso si presenta come Shaan Taseer, per questo il figlio dell’ex governatore è stato denunciato.
Nello stesso video, l’uomo definisce “disumana” la legge sulla blasfemia. Di qui la minaccia di morte nei confronti di Shaan Taseer da parte di Tehreek Labaik Ya Rasool Allah, un gruppo di estremisti islamici, che ha emesso contro di lui una fatwa.
“Ha superato tutti i limiti insultando Allah e il profeta”, si legge nell’editto, “ecco perché è passabile di morte”. Si invita poi la comunità islamica a individuare “un altro Mumtaz Qadri”, l’uomo che uccise Taseer padre. L’uomo è stato impiccato il 29 febbraio scorso. Migliaia di fondamentalisti scesero in strada per protestare, chiedendo che Qadri venisse dichiarato ufficialmente “martire”. E per chiedere l’esecuzione della pena capitale per Asia Bibi. Attualmente Shaan Taseer si trova fuori dal Pakistan, non vuole rivelare dove, temendo per la propria incolumità.
Soltanto nel 2015, sono 200 coloro i quali sono finiti sotto processo per blasfemia. Secondo Sardar Mushtaq Gill, uno degli avvocati di Asia Bibi, questa legge “è fatta apposta per perseguitare i cristiani” con l’obiettivo di “impedire che il cristianesimo si diffonda”.

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ZENIT Staff

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