"No al ddl Scalfarotto!"

Tornano in piazza, domani, a Genova, le Sentinelle in Piedi. Presto di nuovo a Verona, Trento e Milano

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Dopo lo straordinario successo delle veglie della scorsa settimana, in cui quasi 500 persone sono scese in piazza a Bergamo, Cremona, Treviso e Riccione, le Sentinelle in Piedi tornano in piazza per dire “no!” al ddl Scalfarotto e chiedere la tutela della libertà di espressione. Presentato come necessario per fermare atti di violenza nei confronti di persone con tendenze omosessuali, il testo sull’omofobia, già approvato dalla Camera e ora al vaglio del Senato,  è invece incostituzionale in quanto non specifica cosa si intenda per omofobia e dunque potrebbe essere denunciato, e rischiare fino a un anno e mezzo di carcere, chiunque si dica contrario alle adozioni da parte di coppie formate da persone dello stesso sesso o sostenga che la famiglia sia fondata sull’unione tra un uomo e una donna.  

Quello di domani, alle 18, in piazza De Ferrari a Genova, è il secondo appuntamento in pochi mesi per le Sentinelle che lo scorso 14 dicembre, in 500, hanno invaso la stessa piazza centrale. Ritti, silenti, con un libro in mano simbolo di formazione continua, vigilano sulla realtà, su chi legifera e chiedono che la libertà d’espressione, sancita anche dalla Costituzione, non venga messa in discussione da un testo che è un capolavoro di ambiguità. Il provvedimento in discussione è infatti un compromesso fatto da un lato per far credere che chiunque possa divulgare le proprie idee se si agisce all’interno di un’associazione – tramite il famoso emendamento Gitti –  e dall’altro per tranquillizzare la lobby gay, poiché le opinioni contrarie potranno essere espresse soltanto a porte chiuse. Dunque solo all’interno di partiti, associazioni o organizzazioni religiose.

Negli ultimi giorni in risposta agli appuntamenti nelle piazze a Bergamo e a Cremona sono state organizzate due contro-manifestazioni dal titolo “Rompiamo il silenzio”, poiché il solo fatto di opporsi silenziosamente ad un disegno di legge viene considerato “omofobia”.  Questo non è che la conferma di quello che le Sentinelle denunciano da mesi: se l’omofobia non è definita, qualunque cosa detta può essere considerata arbitrariamente come omofoba. E se oggi il solo stare fermi in silenzio è considerato atto omofobo, cosa succederà domani se la legge passerà?

***

Di seguito, i prossimi appuntamenti delle Sentinelle in piedi:

– 1 febbraio a Como

– 2 febbraio a Trento

– 9 febbraio a Verona

– 15 febbraio a Milano

Per maggiori informazioni: 

Su facebook: Sentinelle in piedi

info@sentinelleinpiedi.it

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ZENIT Staff

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