Le antifone delle Commemorazioni

La loro presenza o assenza rispecchia la categoria o grado di celebrazione?

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Nella sua consueta rubrica di liturgia, padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e Decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, risponde questa settimana a una domanda pervenutaci dagli USA.

So che tutte le Memorie liturgiche (opzionali e obbligatorie) sono trattate come Commemorazioni durante la Quaresima. La struttura per la preghiera conclusiva alle Lodi e i Vespri è: 1) usare la colletta per i giorni quaresimali, omettendo la conclusione; 2) aggiungere l’antifona al Benedictus o al Magnificat per il santo commemorato; 3) seguita dalla preghiera del santo con la propria conclusione. Fin qui è chiaro. Tuttavia, queste Memorie liturgiche (anche opzionali) che potrebbero cadere di Quaresima hanno antifone nella Liturgia delle Ore. So che queste antifone diventano parte della preghiera conclusiva durante la Quaresima, ma vengono anche usate al di fuori della Quaresima? Le rubriche indicano che tutto il proprio dei santi vada usato, ma queste antifone sembrano essere incluse meramente per essere usate nella preghiera conclusiva di Quaresima – la loro presenza al di fuori della Quaresima eleverebbe ogni Memoria (obbligatoria e opzionale) a un livello più alto di quanto sembri appropriato. — G.P., Charles Town, West Virginia (USA)

Il nostro lettore ha ragione riguardo alle indicazioni circa la modalità di pregare le Commemorazioni durante la Quaresima. Esse si trovano nei Principi e Norme per la Liturgia delle Ore ai numeri 237-239. Ha anche ragione nel dire che i propri per alcuni santi, ad esempio san Casimiro il 4 marzo, hanno nel tempo di Quaresima antifone speciali, che sono assenti qualora la celebrazione cada durante il tempo ordinario.

Tuttavia, le rubriche non dicono che queste siano le antifone al Benedictus o al Magnificat, ma semplicemente le antifone corrispondenti per le Lodi e i Vespri. E’ degno di nota che le usuali rubriche per le antifone al Benedictus/Magnificat siano omesse nel Breviario prima di queste antifone stagionali. Di conseguenza, non penso che esse siano usate al Benedictus o Magnificat ma esclusivamente al momento indicato alla fine della funzione.

Allo stesso modo è da discutere se questo costituisca un’elevazione del livello della celebrazione del santo – quanto meno per due ragioni.

Primo, il livello di una Commemorazione di questo tipo è di per sé di grado inferiore. Non solo è sempre opzionale, ma il santo in questione è raramente ricordato nelle preghiere e letture liturgiche che generalmente seguono quella del giorno. Nella Messa, solo la colletta del santo è usata mentre tutto il resto segue la liturgia quaresimale, incluso l’uso dei paramenti di color viola. Questo è precisamente il motivo per cui, quando fu riformato il calendario nel 1969, venne fatto uno sforzo per trasferire più santi possibili al di fuori della stagione quaresimale, in modo da non ostacolare la loro celebrazione.

Secondo, non è chiaro che la presenza di queste antifone sia indice dell’importanza di una celebrazione. Sembra che si tratti piuttosto di una questione di un’usanza particolare riguardo a tali celebrazioni durante i tempi liturgici privilegiati. Questo è anche vero per la Messa durante la Quaresima, nella quale le preghiere sul popolo, alla fine della Messa, sono state reintrodotte per ciascun giorno quaresimale nella terza edizione del Messale Latino e nelle sue traduzioni ufficiali definitive, come la nuova versione inglese.

Anche nel caso ci siano antifone al Benedictus o al Magnificat, la loro presenza è più un’indicazione su quando il santo è stato canonizzato o dell’importanza storica della sua devozione, piuttosto che l’importanza della sua celebrazione.

Come regola generale, ma non assoluta, molti santi antichi, la cui devozione si sviluppò prima che i processi formali di canonizzazione avessero inizio, hanno un’antifona al Benedictus e al Magnificat. Alcuni santi dei primi secoli, a causa della loro importanza storica, hanno l’ufficio molto completo. San Martino di Tours ad esempio, celebrato l’11 novembre e forse il primo non martire ad essere entrato nel calendario, ha un ufficio completamente sviluppato, persino più di quanto non lo sia per alcuni apostoli, nonostante la sua sia solo una memoria e non una festa.

Una volta cominciati i formali processi di canonizzazione, tuttavia, appare che, nella maggior parte dei casi, l’ufficio dei santi canonizzati precedentemente si limita alla seconda lettura e alla colletta, mentre quelli canonizzati nell’ultimo secolo, più o meno, hanno con maggior probabilità queste antifone. Perciò nel mese di ottobre la memoria liturgica di santa Teresa di Lisieux, celebrata il 1° ottobre, ha questo tipo di antifona speciale, mentre santa Teresa d’Avila, il 15 ottobre, non ce l’ha. Per quanto io ne sappia, nessuno ha mai sostenuto che la celebrazione della riformatrice del Carmelo fosse di grado inferiore rispetto a quella della Teresa più giovane.

La maggior parte delle Memorie opzionali non ha queste antifone; tuttavia anche qui ci sono delle eccezioni. San Martino di Porres (3 novembre), canonizzato da san Giovanni XXIII nel 1962, ha le antifone al Benedictus e al Magnificat.

Di conseguenza, io credo che possiamo tranquillamente concludere che la presenza o l’assenza di queste antifone non rispecchia la categoria o grado di celebrazione.

[Traduzione dall’inglese a cura di Maria Irene De Maeyer]

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I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.orgSi chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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