La vocazione tra Medjugorje e Fatima (Seconda parte)

Intervista a don Roberto Panizzo, della Pia Unione dei Figlie e Figli del Cuore Immacolato di Maria

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di Elisabetta Pittino

ROMA, martedì, 18 settembre 2012 (ZENIT.org).- Fatima e Medjugorje sono unite; voi avete una casa a Fatima e una a Medjugorje dove c’è una Maria viva. Cosa significano queste due apparizioni?

Don Roberto Panizzo: Durante il Festival dei Giovani 2012, ho fatto la salita al Podbrdo tentando di trovare il senso ed il perché di queste apparizioni a Medjugorje. Ogni apparizione della Madonna (Guadalupe, Lourdes, Rue du Bac, La Salette, Fatima, Kibeho, ecc.)  è legata ad un epoca e ad un momento di crisi. Sto finendo di leggere un libro che collega l’avvento del nazismo alle  apparizioni di Banneux e Beauraing; per esempio Guadalupe è legata alla Riforma, Fatima al comunismo e alla Russia. Allora a Medjugorje che è così anomala a che cosa è legato? Secondo me che è legata all’unità e alla fede. Non a caso inizia l’anno della fede.

Per me Fatima è “il messaggio”, grandioso e mondiale, abbraccia. Non è legato solo alla pace e al pericolo della 2a guerra mondiale e poi ancora del comunismo ma prospetta il trionfo del Cuore Immacolato di Maria. Ci da gli strumenti, ci allerta e non tanto quanto alla scoperta di pratiche particolarmente elaborate, sono quelle di sempre, rosario, preghiera, conversione, quanto all’intenzione, questo è per me il messaggio innovativo e rivoluzionario. La Madonna, a Fatima specificamente, differentemente da tutte le altre apparizioni, chiede la consacrazione al Cuore Immacolato di Maria: la consacrazione della Russia, la consacrazione dei Paesi, la consacrazione degli Stati, delle Diocesi, la consacrazione personale. Lega il realizzarsi di questo progetto che viene chiamato poi il trionfo del Cuore Immacolato di Maria, alla consacrazione. Se non ci sarà la consacrazione fatta in una determinata maniera il Cuore Immacolato di Maria non trionferà. L’esempio più eclatante l’abbiamo avuto per il comunismo. Giovanni Paolo II nel 1984 fece la consacrazione giusta, ma altre ne erano state fatte prima, da Paolo VI e da altri Papi; anche dopo l’attentato a Giovanni Paolo II nell’81, quando nell’82 il Papa è venuto, venne fatta  una consacrazione. Non sono state valide, secondo quanto diceva Lucia, perché mancava l’Unità della Chiesa; doveva essere la Chiesa intera a farlo. Nel 1984 il Papa, Giovanni Paolo II, ha scritto circa un anno prima a tutti i Vescovi invitandoli a preparare le loro diocesi a questo evento. Ha voluto poi la statua originale della Madonna di Fatima in Vaticano e il 25 marzo del 1984 ha consacrato di nuovo la Russia. Dopo pochi mesi l’impero sovietico è imploso senza colpo ferire. Questo per dire com’è importante la consacrazione ma quando è vissuta non come iniziativa di qualcuno, anche se addirittura del Papa, ma quando è una cosa di massa. Io ricordo personalmente quanto ho girato in Diocesi con questa specifica attività, in scuole parrocchie e collegi, a spiegare cos’era la consacrazione e poi a preparare. In tante diocesi, quasi tutte, ci sono stati momenti di preghiera solenne in cattedrale con religiosi, laici, sacerdoti che si sono consacrati al Cuore Immacolato di Maria il 25 marzo.

Che cosa c’è di geniale in questo? Non è il fatto di dire il rosario tutti i giorni, ma di offrire le sofferenze per riparare ai peccati commessi contro il cuore di Gesù e di Maria, come sempre anche l’angelo chiede ai bambini di Fatima. L’ultimo messaggio di Fatima, che è il messaggio per eccellenza, dice “Non offendano più il signore Gesù cristo che è molto offeso”. Il dolore di Dio perché ama, perché è Padre, perché vede le sue creature perdersi, è il dolore più grande per un padre e per una madre. Non è neanche quello che tocca direttamente loro ma passa attraverso le sue creature che si perdono. Allora guardando a questo dolore e cercando di ripararlo con la propria conversione, si ripara e si ricostruisce, si da gloria a Dio, si riconosce Dio.

Il secondo aspetto presente in tutte le richieste dell’Angelo (Fatima) e successive è per la conversione dei poveri peccatori. Esiste una massa di nostri fratelli e non possiamo amare il Padre se non consideriamo i nostri fratelli, non c’è un’ esperienza distaccata, è parallela.

L’importante è l’intenzione che noi mettiamo, non dobbiamo fare cose speciali, dobbiamo mettere un’intenzione speciale. Un esempio: ci sono due recipienti per bere, uno è un calice di cristallo di murano, uno è un vaso di ceramica che usiamo come calice della messa. Come valore quello di cristallo è maggiore dal punto di vista commerciale; ma cosa lo rende prezioso? Il contenuto, uno lo usi per bere il Porto, l’altro ha un valore commerciale molto inferiore, però è l’uso che se ne fa infatti viene chiamato vaso sacro, l’uso è divino! La consacrazione  non da un valore commerciale, materiale alla persona ma quando una persona dice liberamente “aderisco, faccio della mia vita, dei miei gesti, del mio quotidiano qualcosa di orientato alla volontà di Dio, al suo progetto”, io rendo sacra quella cosa e diventa estremamente preziosa.

Questo offre una dimensione nuova per vivere la propria vita: io resto me stesso con le mie debolezze, ma mi offro ogni giorno a Cristo, oriento a Cristo le mie attività, il mio essere… Da Fatima a Medjugorje?

Don Roberto Panizzo: Proprio questo è stato il progetto e la richiesta. La Madonna non ha chiesto niente di speciale, dire il rosario quotidianamente, magari male con i bambini, ma nelle famiglie si diceva sempre, era una cosa fissa. Non abbiamo risposto, c’è stata una guerra, c’è stata la diffusione del comunismo. Il male più grande è che si è disintegrata un certo tipo di fede, di rapporto con Dio, con la chiesa e con la religione. Infatti la religione è stata abbattuta – oppio dei popoli- non solo la cattolica, ma l’ortodossa in Russia, la religione protestante e via dicendo. Allora qui a Medjugorje la Madonna ci ha ripreso per riportarci a quel minimo di maturità religiosa perché arrivassimo a comprendere ciò che ci aveva proposto a Fatima e che non è stato  capito, è stato disatteso. Chi l’ha capito un pò parzialmente, es. i vescovi del Portogallo che hanno fatto questa consacrazione e il Portogallo non è entrato nella 2° guerra mondiale, è stato preservato, secondo la promessa dell’Angelo. Allora qui a MJ la Madonna ha cominciato a proporre 7 pater ave e gloria. Non è che sapessero pregare molto di più i ragazzi, si, c’era quella fede, come c’è un po’ adesso, religiosità naturale, devozionismo. Invece la Vergine vuole far maturare un certo tipo di fede per farci comprendere la consacrazione. Per cui io dico è vero che MJ è la continuazione di Fatima, ma per riportarci a quel messaggio.

Perché la Madonna qui sta apparendo da così tanto tempo?

Don Roberto Panizzo: Unità e fede che cosa manca, cos’è  che la Madonna è venuta a controbattere qui di male? Non è l’illuminismo, non è l’evoluzionismo, tutte legate a varie apparizioni, non è il pericolo del comunismo, della rivoluzione francese, del combattimento della fede: è venuta a combattere un male subdolo che ormai è entrato nella nostra società e che solo la fede e non la “fede in”, può controbattere.

[La prima parte dell’intervista è uscita lunedì 17 settembre. La terza puntata verrà pubblicata mercoledì 19 settembre]

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ZENIT Staff

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