La tenerezza dell'Amore

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 1,29-39

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Lettura

«Lasciata Nàzaret, Gesù venne ad abitare a Cafàrnao» che divenne «la sua città» (Mt 14,13; 9,1), in riferimento alla quale Marco riporta nel brano odierno una tipica giornata del Maestro. Nella casa di Simone, Gesù stabilisce la sua residenza e ne fa il centro di irradiazione del suo ministero in Galilea. Gli scavi hanno messo in luce la rete di murature e la successione dei piani pavimentali che indicano un lungo periodo di occupazione ininterrotta; una stanza, in particolare, fu venerata fin da subito e divenne meta di pellegrinaggio, ricostruita in forma di Domus Ecclesia e e poi di chiesa ottagonale.

Meditazione

Alla suocera di Simone che era a letto con la febbre Gesù «si avvicinò e la fece alzare prendendola per mano». Come nella casa del capo della sinagoga di Cafàrnao, anche nella casa di Pietro Gesù opera il miracolo prendendo per mano: un gesto che, mentre manifesta la realtà e la legge dell’incarnazione, esprime la tenerezza virile del Dio fatto uomo. Su questo aspetto vorrei soffermare l’attenzione, anche perché la mancanza di tenerezza e di una sana educazione ad essa provoca dei mali che potrebbero essere risparmiati all’umanità! Lo vediamo nei bambini, ma pure negli adulti che quei bambini poi diventano… È un sentimento profondo, la tenerezza, col quale si comunica l’intensità e la delicatezza dell’amore; ma è anche gesto: “rahamim-grembo materno” nella Bibbia include anche le più delicate e intense manifestazioni fisiche. Già in vari passi dell’A. T. troviamo il riscontro della tenerezza di Dio. Alcuni salmi cantano con accenti commoventi: «Come è tenero il padre verso i suoi figli, così il Signore è tenero verso quelli che lo temono» (Salmo 103). «Buono è il Signore verso tutti, la sua tenerezza si espande su tutte le creature» (Salmo 145). La tenerezza di Dio è misericordia, bontà a cui è tutt’altro che estranea la dimensione di una fedeltà, che “rimane per sempre”. La potenza divina con cui Cristo opera la guarigione della suocera di Pietro passa attraverso questa tenerezza del gesto di Gesù che prende per mano e teneramente solleva: dà la vita alla bimba morta e mette la suocera di Pietro nella possibilità di tornare a servire; significativamente, non l’opera di un servo, ma di un amico del Signore.

Preghiera

Abbiamo bisogno continuamente di “alzarci”, Signore, e sappiamo che questo “alzarci” non avviene senza il tuo intervento! Prendici per mano, come hai fatto con la bambina di Giàiro, con la suocera di Pietro. Prendici per mano anche quando noi la ritiriamo, nei momenti di sconforto o di dimenticanza.

Agire

«La cortesia è un ramo della carità» (san Giovanni XXIII). Mi impegno a praticarla, soprattutto nelle circostanze in cui istintivamente mi verrebbe da tralasciarla.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonament info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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