La storia di san Timoteo custodito a Termoli

Presentato, il 24 gennaio, un DVD che ripercorre la storia del discepolo prediletto di san Paolo

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Per collocarci nel giusto clima timoteano, e per celebrare il vincolo di  fraternità che ci unisce in Cristo, vorrei iniziare con “… Grazia, misericordia e pace da Dio Padre e da Cristo Gesù Signore nostro”,le parole di Paolo apostolo indirizzate “a Timoteo, mio vero figlio nella fede”, come lo definisce egli stesso, nella prima delle due lettere a lui indirizzate.

“Timoteo figlio prediletto di Paolo. La storia del santo custodito a Termoli” è il titolo del DVD che ne racconta le vicende. Essere custodi di un dono non significa tenerselo per sé e consumarlo solo a proprio esclusivo vantaggio, la custodia di un bene ci induce alla condivisione perché non costituisce un titolo di proprietà, ma di partecipazione, ancor più quando riguarda un dono provvidenzialmente ereditato come il Corpo di san Timoteo.

Custodito nel grembo della Cattedrale, come una perla nella sua conchiglia, per circa 700 anni, sepolto alla conoscenza di chi lo aveva ricevuto e fortuitamente rinvenuto l’11 maggio del 1945, questo dono ci ha chiamati, da sempre, a renderlo noto ed offrirlo, come è giusto, alla venerazione di tutti.

Nel passato remoto e prossimo, tanto è stato fatto, detto e scritto in questa medesima direzione e con le stesse intenzioni. Ricerche scientifiche, testi di studiosi, ipotesi storiche, architettoniche, approfondimenti letterari, convegni, studi biblici, analisi, comparazioni, ma tutto solo con una notevole mole cartacea. Questa volta, ed è la prima, si è scelto di scrivere un DVD, per fissare nel tempo e con immagini un documentario che “ricordi, racconti, viva e testimoni per onorare”, come recita il sottotitolo di questo nostro convenire, la ricchezza di ospitare il corpo di Timoteo.

Fotografia significa scrivere con la luce. Attraverso la bravura del regista, del presentatore, gli interventi autorevoli dei collaboratori che si sono resi disponibili, con l’aiuto delle musiche e la tecnica di ripresa, abbiamo scritto, con testi che ripercorrono la storia e narrano le vicende, la storia di Timoteo a Termoli.

E’ stato scritto un DVD che sommato a quanto fin ora prodotto servirà, questo è l’auspicio, a diffondere nel mondo ecclesiale, culturale e ecumenico l’immenso patrimonio timoteano da noi posseduto e custodito.

Anche il recente viaggio in Russia A Kemerovo in Siberia attesta che San Timoteo può essere un ponte per una scintilla di unità di ritrovare e celebrare con i fratelli ortodossi che lo venerano grandemente attribuendogli il titolo di Apostolo.

Questo DVD si presenta a noi come un’opera voluta dalla Diocesi, dalla parrocchia di san Timoteo e la collaborazione della Onlus Iktus. Edito dalla casa editrice Itaca  in collaborazione con Sat Tv 2000. Si compone fondamentalmente in due sezioni. La prima denominata “PLAY” presenta il documentario di circa 45 minuti; la seconda “EXTRA” e contiene del materiale di supporto non tutto quello posseduto, purtroppo, ma di notevole pregio come per esempio il ricco, completo e fascinoso recital di Redi Maghenzani con la collaborazione del maestro Paolo Tarantino e il coro diocesano.

Ci sono poi dei documenti fotografici e testuali come la lettera autografa di Giovanni Paolo II al Vescovo D’Ambrosio, l’Udienza generale di Papa Benedetto XVI del 16 dicembre 2006 in cui parlò esplicitamente di Timoteo “custodito nella cattedrale di Termoli in Molise”.

Di eccezionale impatto e soprattutto di pregio storico sono le inedite immagini proposte che rivelano quanto è accaduto nella prima ricognizione effettuata. E’ possibile vedere l’apertura della cassetta lignea contenente il corpo e la sua successiva, periziata, ricomposizione.

E’ davvero un’opera scritta per lasciare un documento alle future generazioni perché conoscano. A quella attuale perché celebri e si compiaccia di questo dono. A quella passata per ringraziarle di ciò che ha fatto. Non proprietari unici ed esclusivi ma custodi per condividere donando.

Non è forse questo il compito di ognuno di noi secondo quanto dice anche quel sapiente detto di Robert Baden-Powell: “Prova a lasciare questo mondo un po’ meglio di come l’hai trovato e quando arriva il tuo momento per morire, puoi morire felice nel sentire che in ogni caso non hai perso il tuo tempo” oppure come recita la saggezza e la consapevolezza del proverbio indiano: “La terra non è eredità ricevuta dai nostri Padri, ma un prestito da restituire ai nostri figli”.

Ecco, anche noi vogliamo lasciare, alle future generazioni, un’eredità che abbiamo custodito apprezzato e valorizzato perché possano continuare e ampliare la conoscenza di questo dono che la provvidenza ci ha dato.

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Benito Giorgetta

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