La natura è un libro stupendo che ci parla di Dio

Benedetto XVI invita al rispetto del creato e riflette sul messaggio di San Francesco

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CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 28 novembre 2011 (ZENIT.org) – Il futuro non sarà roseo per l’umanità se non si educa al rispetto del creato. Lo ha sottolineato stamattina papa Benedetto XVI nel corso dell’Udienza riservata agli studenti partecipanti all’incontro promosso dalla Fondazione “Sorella Natura”.

All’Udienza, che si è tenuta in occasione della “Giornata per la Custodia del Creato” – in programma per domani, 29 novembre, anniversario della proclamazione di San Francesco d’Assisi a patrono dei cultori dell’ecologia – hanno preso parte numerosi studenti delle scuole italiane, partecipanti al progetto Ambientiamoci a scuola.

In Aula Paolo VI erano presenti il presidente della Fondazione “Sorella Natura”, Roberto Leoni, e il presidente onorario della stessa Fondazione, il cardinale Oscar Andrés Rodriguez Maradiaga.

Il Santo Padre ha innanzitutto ringraziato il cardinale Maradiaga per avergli portato in omaggio la riproduzione del Codice 338, contenente le più antiche fonti francescane.

Rivolto ai giovani presenti, Benedetto XVI ha affermato di apprezzare molto la loro scelta di essere “custodi del creato” e di appoggiarla pienamente.

Essendo poi San Francesco sia patrono d’Italia che patrono dell’ecologia, è giusto, ad avviso del Papa, che “le giovani e i giovani italiani abbiano una speciale sensibilità per ‘sorella natura’, e si diano da fare concretamente per la sua difesa”.

Il Cantico di Frate Sole o delle creature, ha osservato il Papa, ha un felice parallelo nel Salmo 19 (“I cieli narrano la gloria di Dio, l’opera delle sue mani annuncia il firmamento”). “Frate Francesco – ha spiegato – fedele alla Sacra Scrittura, ci invita a riconoscere nella natura un libro stupendo, che ci parla di Dio, della sua bellezza e della sua bontà”.

Il Santo Padre ha poi citato un aneddoto della vita del patrono d’Italia, riportato da Tommaso da Celano, secondo il quale San Francesco, nel suo orto conventuale, era solito riservare uno spazio per “una bella aiuola di fiori, perché le persone passando elevassero il pensiero a Dio, creatore di tanta bellezza”.

La Chiesa, ha ricordato Benedetto XVI, non smette mai di apprezzare “le più importanti ricerche e scoperte scientifiche” e, al tempo stesso, promuove il rispetto dell’“impronta del Creatore in tutto il creato”, ai fini di comprendere meglio “la nostra vera e profonda identità umana”.

Il rispetto del creato, infatti, “può aiutare un giovane e una giovane anche a scoprire talenti e attitudini personali, e quindi a prepararsi ad una certa professione”, ha proseguito il Santo Padre. Se questo rispetto, però, viene a mancare, l’uomo “può fare violenza al creato e provocare danni che hanno sempre conseguenze negative anche sull’uomo, come vediamo, purtroppo, in varie occasioni”.

La salvaguardia dell’ambiente “non può dimenticare il riconoscimento del valore della persona umana e della sua inviolabilità, in ogni fase della vita e in ogni condizione”, ha aggiunto il Pontefice. Il rispetto per l’essere umano e il rispetto per la natura “sono un tutt’uno, ma entrambi possono crescere ed avere la loro giusta misura se rispettiamo nella creatura umana e nella natura il Creatore e la sua creazione”.

Rivolgendosi in particolare agli insegnanti presenti all’Udienza, Benedetto XVI ha sottolineato “la grande importanza che ha l’educazione anche in questo campo dell’ecologia”.

In conclusione il Papa ha ricordato che la parola “creato” viene usata “perché il grande e meraviglioso albero della vita non è frutto di un’evoluzione cieca e irrazionale, ma questa evoluzione riflette la volontà creatrice del Creatore e la sua bellezza e bontà”.

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ZENIT Staff

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