La Giornata per la Vita e i disabili

L’iniziativa del Centro guanelliano “Sacra Famiglia di Nazareth”

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Mentre in Belgio la Commissione Giustizia della Camera ha approvato l’estensione dell’eutanasia ai bambini e i vescovi si mobilitano con veglie di preghiere per scuotere le coscienze, condividiamo da Israele la testimonianza di Fr. Carlo Fondrini, dal 1990 in forza presso il Centro guanelliano Sacra famiglia di Nazareth (Israele).

Una struttura all’avanguardia che accoglie 20 neonati e bambini con ritardo dello sviluppo e patologie che includono ritardo mentale, cerebrolesioni, sindrome di Down, disordini metabolici e – presso la scuola – 170 bambini e giovani tra i 4 e i 21 anni con ritardi medi e gravi e sindromi diverse.

“Da 24 anni mi confronto giornalmente con la precarietà dell’esistenza, dei piccoli in particolare. Ma sono proprio loro a spronarci e incoraggiare il nostro lavoro grazie alla serenità con cui vivono la loro esistenza cosi stretta tra i limiti a cui sono soggetti”, scrive fr. Fondrini.

“I più gravi vivono in un ambiente accogliente circondati dalle cure professionali e amorose di esperti dell’educazione e della riabilitazione. Sono bambini con molti dei quali si comunica solo attraverso sguardi o complici sorrisi. Non si lamentano della loro condizione e si lasciano curare, come neonati, anche quando ormai sono “grandi”.

“Qualcuno di loro ci lascia per fare ritorno a Dio e anche allora lo fanno con discrezione e senza creare ulteriori preoccupazioni ai genitori e a noi che ce ne occupiamo. L’esperienza della morte di un bambino è in genere traumatica e vissuta con il rimorso di non avere fatto tutto, di più. Ma proprio alcuni genitori mi hanno aiutato a dare senso a queste morti. Mi hanno confidato che erano certamente dispiaciuti ma allo stesso tempo sereni perchè avevano portato a termine il compito che Dio aveva dato loro, prendersi cura di una Sua creatura per il tempo che Dio stesso aveva stabilito. Il loro sacrificio per quel figlio era stato utile; Dio li aveva privilegiati incaricandoli di occuparsi di quella Sua creatura più bisognosa di altri”, ha quindi concluso il religioso.

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ZENIT Staff

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