L'amore di una mamma che ha fatto trionfare la vita

La gioia di una gravidanza e la minaccia di un tumore. La scelta coraggiosa ha salvato mamma e bambina.

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A cura di P. Mario Piatti icms

ROMA, sabato, 17 marzo 2012 (ZENIT.org).- Durante l’incontro con il prof Giuseppe Noia – Primario di Ginecologia al Gemelli, da anni impegnato, in prima persona e senza riserve, in difesa della Vita – organizzato a Roma domenica 11 marzo dalla “Famiglia del Cuore Immacolato di Maria”, presso la Parrocchie della Sacra Famiglia, abbiamo ascoltato anche l’esperienza di Francesca, che qui proponiamo.

Era il settembre del 2010. Eravamo appena tornati dalle vacanze, quando scopro inaspettatamente di essere incinta del quarto figlio.

Passati alcuni giorni, i timori iniziali vennero sostituiti ben presto da gioia ed entusiasmo, soprattutto negli altri tre fratellini. Le uniche nostre preoccupazioni diventarono solo pratiche: come sistemare le camere da letto e cercare una nuova auto, adatta a questa “famigliona”.

Passarono due mesi, avevo già fatto alcuni controlli ginecologici e, a parte qualche nausea, la gravidanza stava andando benissimo. Arrivò il giorno della terza visita ginecologica: questa volta, però, era prevista anche la prima ecografia. Come era accaduto per gli altri figli, venne anche mio marito, incuriosito di conoscere dal vivo la nuova creatura.

Anche se per noi era la quarta volta, è sempre una sensazione indescrivibile. Io e mio marito Donato ci guardavamo con gli occhi carichi di emozioni. La crescita era regolare e la ginecologa ci diede la notizia che, con molta probabilità, era una bambina, la terza per noi. Eravamo felicissimi!

Tutto sembrava meraviglioso; ma, da qui a qualche minuto, cambiò la storia della mia vita.

Al termine della visita, la ginecologa, come di consueto, mi visitò anche il seno. Si accorse che avevo un piccolo nodulo sul seno sinistro. Probabilmente una semplice reazione della gravidanza, diceva. Però, non del tutto convinta, decise di mandarmi da un senologo, il quale, dopo pochi giorni, mi diede la triste diagnosi. Il nodulino al seno non era una reazione della gravidanza, bensì un linfonodo duttale infiltrante… in poche parole, un tumore maligno, allo stadio più alto.

Ricordo bene che, quando mi fu data la notizia, rimasi senza reagire per diversi minuti. Il dottore mi parlava con termini medici che per me non significavano niente. Io pensavo solo alla mia bambina, cosa ne sarebbe stato di lei e dei tre bambini a casa. In un attimo era cambiata la mia vita e, ahimè, anche quella dei miei familiari.

Di fronte mi trovai medici che, mettendo al primo posto la mia salute, mi suggerivano di intraprendere la strada più semplice: l’aborto. Ma il Signore parlò per me a quei medici ed io e la mia bambina ci trovammo unite in sala operatoria a difendere le nostre vite.

L’intervento andò bene per la mamma, ma soprattutto la bimba era viva!!!

Poi passò un mese. Erano appena finite le vacanze di Natale, trascorse serene, credendo di aver vinto la battaglia contro la malattia e di dover pensare solo al mio pancino, che entrava nel quinto mese di gravidanza.

Era esattamente il 7 gennaio 2011. Una telefonata inaspettata fece calare il silenzio tra me e mio marito. L’oncologia di Prato mi chiese di presentarmi due giorni dopo, per comunicazioni urgenti sul risultato dell’esame istologico. Insieme ai bambini affidammo le nostre preoccupazioni a Maria Santissima e recitammo il Santo Rosario.

Così arrivo il giorno dell’appuntamento. La diagnosi per me fu devastante…

Il male che mi aveva colpito, benché’ fosse stato tolto, aveva un’altissima percentuale di recidività, ed era accelerato dagli ormoni della gravidanza. Da lì a pochissimi giorni avrei dovuto intraprendere dei cicli di chemioterapia…. E la bambina???!!!

A questa domanda l’oncologa fu un po’ vaga; o meglio, non aveva sul territorio di Prato casi analoghi. In poche parole non si conoscevano gli effetti collaterali per la bimba, ma sapevano i rischi assai gravi per la mamma a non fare la chemioterapia.

Presi un giorno per riflettere, prima di dare una risposta affrettata. In realtà anche quella volta Gesù dentro di me aveva già scelto, ma il mio pensiero era rivolto anche a quei tre angioletti a casa, che avevano il diritto di avere una mamma… ma anche di avere una nuova sorellina!!!

Così tornai dall’oncologa e le annunciai la decisione sofferta di rifiutare di sottopormi alla chemioterapia, finche’ non fosse nata la bambina. Credo di non essere stata trattata mai male, come in quel giorno. Mi fu dato dell’ egoista e mi fu prospettato il peggio. L’oncologa faceva semplicemente il suo lavoro e temeva per la mia salute, ma il mio cuore di mamma diceva no!

Con quegli occhi persi nel vuoto, corsi a cercare rifugio dentro la cappella dell’ospedale di Prato; lì mi immersi negli occhi lucenti di Maria Santissima, fu Lei la mia consolazione.

Con questa fiducia iniziai un percorso di contatti e telefonate con medici di tutta Italia. Uno di loro mi disse delle parole che ricorderò sempre: “Lei deve trovare un medico che le voglia bene! E che abbracci la sua causa!!”. Dopo una settimana, il 19 gennaio 2011, il Signore ha messo nel mio cammino, la persona che diventerà protagonista della nascita della mia bambina: il Prof. Giuseppe Noia, ginecologo del Policlinico Gemelli di Roma. Una persona che vive il suo lavoro realmente come una “missione”, una missione alimentata dalla preghiera e dal completo affidamento a Dio, a 360°. Un medico che tratta i malati come persone da aiutare e da confortare, regalando un sorriso paterno.

Mi spiegò l’importanza di sottopormi a delle chemioterapie leggere, in gravidanza, senza dare danni rilevanti alla bambina; anticipare di un po’ la data del parto, per poi fare terapie più forti dopo. Ho fatto insieme ai miei familiari quattro viaggi a Roma, per monitorare la salute della bimba. Il 4 aprile 2011, a Roma, al Policlinico Gemelli, per mezzo delle mani del Prof. Noia, ma per volontà di nostro Signore, è venuta al mondo MARIA, una bambina meravigliosamente sana e amata da tutti noi!!!

Il Signore si è servito del Prof. Noia come strumento per compiere il Suo disegno. Sono trascorsi più di dieci mesi dalla nascita di Maria. Nel frattempo, io ho continuato le mie chemioterapie e sono tuttora in cura presso l’oncologia di Prato, con risultati al momento positivi.

La nostra bambina, nata di appena 2,2 Kg di peso, oggi ne pesa ben 11.

Spero che questa mia esperienza faccia riflettere alcune mamme, qualora dovessero trovarsi in una situazione analoga alla mia. Non arrendetevi al primo ostacolo, aprite il cuore a Dio e lui vi parlerà e vi condurrà dai medici giusti, come è successo a me!

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ZENIT Staff

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