Il portavoce della Chiesa Ortodossa in Polonia

Le dichiarazioni di Don Henryk Paprocki sull’importanza del messaggio comune ai popoli polacco e russo che verrà firmato venerdì 17 agosto

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di Don Mariusz Frukacz

CZESTOCHOWA, martedì, 14 agosto 2012 (ZENIT.org) – “La riconciliazione non è una questione che si risolverà nei prossimi giorni o mesi, ma dopo anni. Non cercarla, però, è come tradire il Vangelo”. Sono queste le parole di don Henryk Paprocki, portavoce della Chiesa Ortodossa in Polonia, in un’intervista con KAI (Agenzia Cattolica delle Informazioni polacca).

Le dichiarazioni del Portavoce della Chiesa Ortodossa in Polonia avvengono all’indomani della firma del messaggio comune alle popolazioni russe e polacche, che sarà siglato il 17 agosto, presso il Castello Reale di Varsavia, dal Presidente della Conferenza Episcopale Polacca, l’arcivescovo Jozef Michalik, e dal Patriarca di Mosca e di tutta la Russia, Kirill I, durante la sua visita nazionale che durerà dal 16 al 19 agosto.

Don Paprocki ha rimarcato che le storie del popolo russo e polacco “sono strettamente legate”. “Abbiamo in comune le pagine più chiare e più scure della storia – ha affermato – per questo motivo, questa visita è di grande importanza per i nostri paesi”.

”Si spera – ha aggiunto – che questa visita porterà in futuro frutti molto importanti per le relazioni reciproche dei due paesi”. Il documento comune, quindi, secondo il Portavoce, “non è una richiesta di perdono, ma un appello ai due popoli a fare uno sforzo in questa direzione.”

Per i cattolici e gli ortodossi, sia polacchi che russi, insomma, da questo messaggio “dipenderà il destino del processo di riconciliazione”. Ha proseguito don Paprocki: “Solo ora, i membri del gruppo russo-polacco devono fare il calcolo dell’intero bagaglio della storia e determinare i punti che possono essere considerati una colpa reciproca”.

Ricordando “che nel parlare di Russia e Polonia, si parla anche di cristianesimo”, il religioso ha sottolineato che: “Cattolicesimo e ortodossia sono forme di cristianesimo, che operano quasi dall’inizio della Chiesa, i “due polmoni” della cristianità”.

Entrambe le tendenze, pertanto, “non devono essere nemiche, perché il cristianesimo è innanzitutto un messaggio d’amore”. Il costante impegno in un messaggio comune dovrebbe garantire, quindi, un “rapporto d’amore” tra ortodossia e cattolicesimo, grazie al quale, dopo, “si potrà veramente realizzare il messaggio del Vangelo”.

Secondo il Portavoce della Chiesa Ortodossa polacca, in questo contesto della riconciliazione russo-polacca, “la Polonia potrà diventare anche un ponte di avvicinamento tra la Russia e l’Occidente”.

Ha dichiarato a tal proposito a KAI: “Russia e Polonia sono nazioni cristiane unite soprattutto dal Vangelo. Ricordiamo che per mille anni siamo andati in un percorso comune, abbiamo condiviso i Padri della Chiesa, che si basano appunto sulla dottrina degli ortodossi e cattolici, celebriamo le stesse feste e abbiamo molte altre caratteristiche comuni”.

In tal senso, il messaggio comune delle Chiesa, Cattolica in Polonia e Ortodossa in Russia, si può considerare “la realizzazione della volontà di Giovanni Paolo II”, come ha ricordato don Paprocki. E questa volontà del Beato Wojtyla, ha soggiunto, “è anche la volontà di Gesù Cristo che ogni cristiano deve perseguire nella vita”.

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ZENIT Staff

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