Il nuovo giuramento di fedeltà in Israele contraddice la democrazia

Sua Beatitudine Naguib interviene sulla modifica alla legge sulla cittadinanza

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di Mirko Testa

ROMA lunedì, 11 ottobre 2010 (ZENIT.org).- Il nuovo giuramento di fedeltà in Israele è una decisione “contraddittoria” per una democrazia. Lo ha detto questo lunedì Sua Beatitudine Antonios Naguib, Relatore generale del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, durante un briefing con i giornalisti presso la Sala Stampa vaticana.

Il Consiglio dei Ministri israeliano ha approvato il 10 ottobre a grande maggioranza – 22 voti favorevoli e 8 contrari – un emendamento alla legge sulla cittadinanza, proposto dal Ministro della Giustizia Ya’akov Ne’eman, che obbligherà tutti i candidati a prestare giuramento a “Israele, Stato ebraico e democratico”.

L’emendamento entrerà in vigore solo dopo essere stato votato dalla Knesset, il Parlamento israeliano.

“Per quanto riguarda questa decisione dello Stato di Israele per i cittadini, soprattutto per gli arabi residenti, personalmente credo sia un po’ contraddittoria”, ha commentato Sua Beatitudine Naguib.

“Personalmente – ha continuato – credo che non sia affatto logico. Credo che si tratti di un atteggiamento contraddittorio ed è piuttosto curioso che questo provenga da uno Stato che si dichiara essere lo Stato più democratico e addirittura anche l’unico Stato democratico nella regione del Medio Oriente”.

In apertura del Consiglio dei ministri il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva infatti affermato che “non esiste nessun altro Paese democratico nel Medio Oriente, e nessun altro Stato ebraico nel mondo a parte Israele”.

“Credo si tratti di una evidente contraddizione nella logica della democrazia politica”, ha aggiunto.

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ZENIT Staff

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