Il Cristianesimo favorisce l'integrazione e la cultura

Infelice commento del Ministro dell’Istruzione sull’insegnamento della religione

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ROMA, lunedì, 24 settembre 2012 (ZENIT.org) – Venerdì sera 22 settembre a Torino, intervenendo alla festa di Sinistra e Libertà il Ministro della dell’Istruzione Francesco Profumo ha affermato “Credo che l’insegnamento della religione nelle scuole così come è concepito oggi non abbia più molto senso”.

Secondo il Ministro “Nelle nostre classi il numero degli studenti stranieri e, spesso, non di religione cattolica tocca il 30%” quindi “sarebbe meglio adattare l’ora di religione trasformandola in un corso di storia delle religioni o di etica”.

Le parole del Ministro Profumo sono giunte inaspettate, visto che durante la scorsa estate si era incontrato col Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza episcopale Italiana,  al fine di migliorare il profilo professionale degli insegnanti di Religione.

Per cercare di capire cosa è accaduto riportiamo quanto scritto su L’Ancora, quotidiano online della diocesi di San Benedetto, dall’insegnante di religione Nicola Rosetti ( http://www.ancoraonline.it/tag/insegnamento-religione-cattolica-irc-ministro-profumo/)

“L’intervento del titolare del MIUR (Ministero Istruzione Università Ricerca) si innesta su un già ampio dibattito su questa materia. Secondo il ragionamento del Ministro, l’insegnamento della religione cattolica (IRC) dovrebbe essere trasformato in un generico insegnamento della storia delle religioni, oppure in un corso di etica, perché nel nostro paese aumenta il numero degli stranieri (dei quali sono il 20 % è di religione cattolica).

Precisiamo subito che l’insegnamento della religione cattolica non è un’anomalia italiana nel contesto europeo: l’insegnamento religioso è presente in quasi tutti gli stati europei (ad eccezione di Francia, Repubblica Ceca e Slovenia) e, nella stragrande maggioranza dei casi, esso è impartito in modo confessionale da docenti che appartengono ad una comunità ecclesiale presente in maniera massiccia sul territorio.

Ciò accade anche in quei paesi dove la presenza di immigrati è molto numerosa (anche più di quella italiana) e questo perché tutti gli stati riconoscono, in maniera più o meno esplicita, che la religione è parte integrante dell’esperienza umana e della civiltà di un popolo.

La presenza degli stranieri non dovrebbe essere una valida ragione per modificare lo status quo, al contrario forse si dovrebbe pensare che l’IRC potrebbe essere un grande strumento di integrazione per chi viene nel nostro paese: per esempio gli alunni stranieri potrebbero comprendere usi e costumi del nostro popoloanche semplicemente apprendendo per quale motivo durante il periodo di Natale e di Pasqua non vanno a scuola!

Ma se vogliamo innalzare la riflessione, potremmo chiederci se uno studente straniero non cattolico possa comprendere a pienola Divina Commediao i Promessi sposi pur essendo digiuno di qualsiasi conoscenza della religione cattolica. O il Ministro profumo ha intenzione di espungere questi capolavori perché il flusso migratorio verso il nostro paese è sempre più consistente?

Temi genuinamente cattolici come quello della grazia e del libero arbitrio sono indispensabili per gustare in modo completo un dipinto di Caravaggio come “La vocazione di San Matteo”, oppure conoscere il compito e il ruolo che occupano il Papa e i Vescovi all’interno della comunità ecclesiale può aiutare gli studenti a comprendere meglio una pagina di storia come quella della lotta per le investiture. Non è veramente pensabile integrarsi nella cultura italiana ed europea prescindendo da una minima conoscenza dell’esperienza cristiana.

(…)

Risulta anche discutibile la proposta di trasformare l’IRC in un corso di etica. Questa scelta prende le mosse dalla visione religiosa di Hegel il quale vedeva in Gesù un maestro di morale e riduceva così tutta l’esperienza religiosa al campo etico. Ma la religione e l’etica sono due cose diverse ed in particolare si può dire che, in una prospettiva di fede, l’etica è una parte della dimensione religiosa.

Ci auguriamo quindi che il Ministro Profumo ritorni sulle sue affermazioni e invece che pensare alla sostituzione dell’IRC, si adoperi per rafforzare e potenziare questo insegnamento, tenendo ovviamente conto delle finalità della scuola e della (sana) laicità dello stato”.

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ZENIT Staff

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