I Vescovi europei: la crisi può essere un "cambiamento salutare"

Termina l’Assemblea Plenaria di primavera della COMECE

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di Roberta Sciamplicotti

BRUXELLES, venerdì, 16 aprile 2010 (ZENIT.org).- La crisi che il mondo sta attraversando può diventare anche fonte di un “cambiamento salutare”, ma perché ciò avvenga è necessario affrontare le sue cause più profonde, a cominciare dalla povertà dilagante.

Lo affermano i Vescovi della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE), che al tema della povertà hanno dedicato buona parte delle discussioni della loro Assemblea Plenaria di primavera, svoltasi dal 14 al 16 aprile a Bruxelles (Belgio).

L’Unione Europea ha scelto di dichiarare il 2010 “Anno Europeo contro la povertà e l’esclusione sociale”. La Chiesa, attraverso le sue numerose organizzazioni, è uno dei più importanti attori nella lotta alla povertà in Europa.

I Vescovi, sottolinea il comunicato finale diffuso al termine dell’Assemblea, “hanno suggerito ai decision-makers dell’UE di ampliare gli strumenti attuali per misurare la povertà per includere non solo criteri materiali, ma anche la dimensione relazionale”.

La povertà, già sperimentata e subita da “troppi cittadini europei”, è “ulteriormente aggravata dalla crisi economica mondiale”, spiega la COMECE nel testo finale.

“I politici non sono ancora riusciti ad affrontare il problema alla radice di modo che non sorgano crisi future”, denuncia.

La crisi attuale è sostanzialmente una “crisi morale”, “caratterizzata da eccessi e da una confusione di valori”.

“La chiave è quindi ripristinare un equilibrio tra gli interessi individuali e quelli di tutti”, “così come una migliore conciliazione tra ciò che è legale e permesso, da un lato, e la giustizia dall’altro”.

E’ infatti “solo attraverso questo equilibrio fondamentale che la crisi attuale diventerà un ‘cambiamento salutare'”.

Libertà religiosa e questione nucleare

Le proposte elaborate dalla Chiesa, sottolinea la COMECE, saranno più efficienti e collegate alle richieste dei decision-makers europei nel contesto del dialogo “aperto, trasparente e regolare” tra l’UE e le Chiese promosso dall’articolo 17 del Trattato di Lisbona.

Riflettendo durante l’Assemblea Plenaria sull’implementazione pratica di questo dialogo, i Vescovi hanno ricordato che la libertà religiosa nel mondo è uno degli aspetti fondamentali da affrontare a questo proposito.

I presuli hanno ricevuto un rapporto del Segretariato della COMECE intitolato “Libertà religiosa, pilastro della politica dei diritti umani nelle relazioni esterne dell’Unione Europea”, che “ricorda le origini del diritto alla libertà religiosa, menziona le violazioni di questo diritto nel mondo e propone una serie di raccomandazioni per promuovere questo diritto essenziale”.

Allo stesso modo, i presuli hanno ricevuto il rapporto del gruppo di esperti istituito dalla COMECE in vista della Conferenza sulla revisione del Trattato di Non Proliferazione Nucleare, in programma per maggio.

Il documento espone una serie di proposte ai negoziatori dell’UE, nella fattispecie “per promuovere il disarmo nucleare sulla base dei principi della trasparenza, della verifica e dell’irreversibilità, ma anche per includere una parte più ampia della società civile in questo dibattito fondamentale per il futuro dell’umanità”.

Il rapporto, ricorda il comunicato finale, verrà trasmesso alle istituzioni dell’UE.

I Vescovi si sono infine riferiti alla catastrofe aerea in cui sono morti il Presidente della Polonia Lech Kaczynski e altre 95 persone e hanno celebrato una Messa in memoria delle vittime. Una celebrazione ha anche ricordato l’ex presidente della COMECE, monsignor Josef Homeyer, Vescovo emerito di Hildesheim, morto il 30 marzo scorso.

Nel corso della Plenaria, è stato inoltre dato il benvenuto al nuovo membro per Cipro, l’Arcivescovo Youssef Soueif.

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ZENIT Staff

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