I vantaggi e i problemi della sindrome di Asperger (Terza ed ultima parte)

Intervista al Dr. Tony Attwood, psicoterapeuta, tra i maggiori esperti della sindrome

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di Davide Moscone

ROMA, venerdì, 14 settembre 2012 (ZENIT.org) – Riportiamo di seguito la terza ed ultima parte dell’intervista al dr. Tony Attwood, il più grande esperto mondiale della Sindrome di Asperger, considerata una condizione lieve dello spettro autistico, circa le strategie avanzate per migliorare abilità specifiche a casa e a scuola, includendo i vantaggi di programmi per migliorare la comprensione sociale. 

L’intervista è di Davide Moscone, direttore dell’Associazione Spazio Asperger di Roma, insieme a Giorgio Pomettini, web designer, e a David Vagni, il principale articolista e moderatore del forum. E’ questa un’associazione di promozione culturale scientifica e di supporto per le condizioni dello spettro autistico ad alto funzionamento come la sindrome di Asperger. 

La seconda parte è stata pubblicata ieri, giovedì 13 settembre. 

***

La CBT (Terapia Cognitivo, Comportamentale) è un intervento efficace per insegnare a controllare emozioni negative come rabbia ed ansia. Quali sono i principali fattori da prendere in considerazione per adattare un programma CBT al profilo cognitivo della singola persona?

Attwood: Le persone con l’Asperger sono molto logiche, sono molto scientifiche e concrete. Il vantaggio della Terapia Cognitivo Comportamentale è che ha un approccio molto logico e basato sui fatti. Non è analitico, nel senso dell’analisi dei sogni o dell’infanzia. A volte le persone con l’Asperger hanno difficoltà a relazionarsi, a mostrare i loro pensieri e sentimenti più intimi, a trovare le parole per farlo, in modo da vederne la proiezione, il simbolismo e questo genere di cose. Sono a volte molto confusi su come relazionarsi con gli altri, sia individualmente che all’interno di un gruppo.

E’, in un certo senso, una ricetta, piuttosto che un approccio analitico-intuitivo e a loro piace. A loro piace sapere: “Questi sono I miei segnali, il mio battito cardiaco sta accelerando e sto sudando. Ah questo significa che il mio termometro delle emozioni si sta alzando. Quindi ho la possibilità di scegliere, posso fare questo, questo, o quest’altro. Ora mi sento meglio”.

Quindi c’è una logica, una sequenza, una struttura che li attrae molto.

E quindila Terapia Cognitivo-Comportamentaleè stata inizialmente progettata per le persone tipiche, ma si adatta pienamente al modo di pensare Asperger. Vogliono sapere “perché?”, ma ancora più importante “che faccio?” e la CBT fornisce loro le risposte. 

Abbiamo recentemente intervistato Steven Hayes sull’ACT. Sul suo sito abbiamo letto della ricerca sull’uso dell’ACT per aiutare i genitori con figli ASD. Ci può parlare dei risultati ottenuti e se ritiene che tale terapia possa essere utile anche negli adulti asperger?

Attwood: La mia risposta immediata alla domanda è sì. La CBT si è sviluppata in molte forme e penso che tutte queste forme possano essere valide per quelli con la Sindrome di Asperger. Purtroppo gli Asperger hanno una caratteristica che è la tendenza alla “catastrofizzazione” e ad avere emozioni molto intense. Ma la buona notizia è che sono di breve durata. Infatti possono durare solo pochi minuti oppure ore, ma essere molto intense.

La Mindfulness sta nell’accettarlo, nel dire “Passerà. E’ intenso, è orribile, ma presto tornerò di nuovo ad essere me stesso”.

Lo posso combattere. Posso utilizzare delle strategie per esprimere questa energia e gestirla, oppure posso semplicemente dire “E’ reale. Sono qui. Passerà”. “Calma…va tutto bene”è la frase che dovremmo usare.

Ma un altro aspetto è l’accettazione (acceptance) che non è solo accettare la situazione, è accettare se stessi e non sentirsi sbagliati. Perché uno dei problemi quando sei ansioso e fai degli errori è che pensi: “Sono sbagliato, quindi la mia vita sarà sempre così e sto talmente male che magari il suicidio è l’unica via d’uscita per mettere fine a questo dolore, visto che sono sbagliato”.

Si tratta di accettare se stessi e il fatto che va bene commettere errori, che sei un essere umano e che esiste un’ampia gamma di strategie da utilizzare che si basano sulla capacità del clinico nel determinare la personalità della persona con l’Asperger. Ognuno è unico e quindi è bene usare quello che noi chiamiamo un approccio eclettico ai molteplici aspetti del singolo individuo.

Quindi, ad esempio, con la mia amica e collega,la Dott.ssa Michelle Garnett, stiamo attualmente scrivendo un libro sull’insieme delle strategie cognitive comportamentali che trattano la depressione, l’ansia, la rabbia, l’affettività, il Sé, la sessualità e un’ampia gamma di tematiche. E quello che faremo è scrivere una dozzina di sezioni per ogni argomento in modo che il clinico possa decidere: “Ah… mi servono cinque sezioni dal modulo sulla depressione, me ne servono circa tre da quello dell’ansia. Ci sono problem di bullismo e prese in giro, quindi mi serviranno sei sessioni da quello su bullismo e le prese in giro, due da quello dell’affettività”, ecc. in modo da adattare la terapia al singolo individuo, che è unico.

Quindi, non è un “approccio unico che va bene per tutti.” C’è flessibilità.

C’è bisogno di spiegare alle persone con l’Asperger la natura della relazione terapeutica: non sei un genitore, non sei un amico, non sei un insegnante. E anche se stai ascoltando e stai dando supporto, non sei coinvolto affettivamente. Magari c’è bisogno di spiegare che non si mandano cinque mail al giorno al tuo terapeuta.

E’ importante che il terapeuta capisca che deve essere degno di fiducia. Le persone Asperger hanno una lunga esperienza di incontri con persone che non le hanno mai capite fino in fondo e possono essere molto rapide nel determinare se gli piaci o meno. Questo non significa che non sei un buon terapeuta, ma solo che loro possono immediatamente decidere se tu gli piaci o meno.

Inoltre devono fidarsi del fatto che quello che tu gli suggerisci sia una strategia migliore rispetto a quella che hanno usato finora. Per le loro intense emozioni hanno già iniziato ad usare strategie e funzionano…ma si devono fidare che quella che tu gli stai suggerendo sia realmente migliore.

Grazie Professor Attwood, è stato un piacere intervistarla, e spero di vederla a Roma, alla conferenza che si terrà il 4 e 5 giugno 2013 nell’Ateneo Pontificio Regina Apsotolorum.

Attwood: Si, sarò felicissimo di conoscere persone per le quali non sono mai stato tradotto, non vedo l’ora di venire a Roma, vi aspetto! Questa era solo un’introduzione degli argomenti che troverete, se volete saperne di più venite alla presentazione che si terrà a giugno del prossimo anno.

* Per ogni informazione e approfondimento Spazio Asperger: http://www.spazioasperger.it

Per informazioni sul convegno del 4-5 giugno in cui Attwood sarà a Roma presso l’Ateneo Pontificio regina Apostolorum: http://www.spazioasperger.it/valutazione-e-intervento/102-convegno-autismo-chi-sono-le-persone-asperger

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ZENIT Staff

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