I regali di Maria al Messico

Storie di vita e di fede lungo il cammino di Benedetto XVI in America Latina

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di Paloma Rives
Inviata speciale

GUANAJUATO, mercoledì, 14 marzo 2012 (ZENIT.org) – È una città magica. Entrando a Guanajuato colpisce l’atmosfera coloniale, con le sue strade ciottolate, con le gallerie che evocano l’antica attività mineraria, con le tipiche colline o cerros, e poi le case policrome che sembrano uscite da un bellissimo plastico.

Già ci troviamo nel centro di questa città, dichiarata Patrimonio Culturale dell’Umanità. Passeggiamo per le strade, passando dal Mercado Hidalgo, costruito a cavallo tra il XIX e il XX secolo, con la sua struttura in ferro battuto e muratura.

Arriviamo alla Plaza de la Paz, dove Papa Benedetto XVI si soffermerà sabato 24 marzo, proprio di fronte alla Basilica Collegiata di Nostra Signora di Guanajuato. Circondata da edifici coloniali, banche e ristoranti, un tempo residenza di conti e grandi signori.

Qui c’è Lei, la bellissima immagine lignea della Madre di Cristo.

La storia narra che la comunità cattolica di Granada, in Spagna, venerava questa stessa immagine della Vergine. Nel 714, quando i Mori invasero la penisola iberica, la popolazione la nascose in una grotta umida per proteggerla da eventuali atti sacrileghi, dove poi rimase per ben otto secoli e mezzo.

Questo lungo arco di tempo avrebbe distrutto anche il legno più resistente, ma non questa immagine della Beata Vergine che nonostante la sua permanenza in un luogo sotterraneo, umido e non ventilato, è pervenuta a noi completamente indenne.

Rimasta nascosta per tutto il periodo del dominio musulmano, quando poi Granada venne riconquistata dai Re Cattolici, l’immagine della Vergine fu recuperata e donata a metà del XVI secolo all’imperatore Carlo V del Sacro Impero Romano, re di Spagna con il nome di Carlo I.

Nella Nuova Spagna era iniziata l’evangelizzazione e nel 1546 le colline di Guanajuato passarono alla corona di Castiglia.

Subito corsero le voci sulla scoperta di giacimenti di oro e di argento nel 1548 e nel 1550. Fu allora che Carlo V fece un regalo alle terre di Guanajuato: la Vergine riscoperta intatta a Santa Fe de Granada.

Quando Carlo V abdicò in favore del figlio Filippo II, il nuovo re realizzò il desiderio del padre e inviò a Guanajuato l’immagine della Vergine, commissionandola al nobile Perafán de Rivera, primo sindaco di Real de Minas de Guanajuato, come venne chiamata la località.

La Vergine è la patrona di Guanajuato dal 1557, esattamente da 455 anni. Considerando che fu nascosta per otto secoli e mezzo nella grotta di Granada, è dunque un’immagine mariana di oltre 1200 anni!

Da allora, Nostra Signora di Guanajuato è intervenuta innumerevoli volte in modo miracoloso, a rafforzare la fede. Il primo prodigio di cui si ha notizia è quello vissuto dallo stesso Perafán de Rivera durante il suo viaggio per compiere l’incarico affidatogli da Filippo II.

Così racconta l’architetto Cuauhtémoc Robles Bello, docente della Facoltà di Architettura presso l’Università di Guanajuato e membro del gruppo dei Perafanes: “Il trasferimento della Vergine lo fece Don Perafán sulla nave Santa Maria, che arrivò a Veracruz (nel Messico meridionale) e da lì l’immagine viene trasportata a dorso di mulo verso l’altopiano della Yerbabuena in Guanajuato (Messico centrale). Temendo di aver perso la strada e vista l’elevata possibilità di un attacco degli indigeni Chichimecas, che resistono all’evangelizzazione, i viaggiatori fermano il loro cammino ed improvvisano un accampamento per aspettare l’alba. Mettono l’immagine della Vergine su un grande tamburo – una sorta di piedistallo improvvisato – e pregano per la loro sicurezza, chiedendo alla Madonna di essere la loro bussola per arrivare a destinazione”.

Robles continua il racconto del primo miracolo attribuito a Nostra Signora di Guanajuato, dicendo: “La mattina successiva, i viaggiatori vedono due colombe bianche che volano nella direzione in cui devono andare per compiere la loro missione ed è così che sono arrivati alla città Real de Minas de Guanajuato, il 9 agosto 1557”.

È mezzogiorno ormai. Suonano le campane per l’Angelus. L’architetto Robles interrompe la conversazione per una pausa, come fanno molte persone che camminano per la strada e fermano il passo. La radio che suonava in uno dei negozi sospende la musica e trasmette invece la preghiera. Dopo qualche minuto, l’architetto dice: “A Salamanca Guanajuato, ho visto persone che si inginocchiano quando suona l’Angelus”.

Questo è un altro dei bei miracoli di Nostra Signora di Guanajuato! Di fronte alla voracità della quotidianità, della fretta, del flusso di notizie da parte dei media, in Guanajuato molte persone si rivolgono alla Vergine quotidianamente a mezzogiorno.

Continuiamo la nostra conversazione. L’architetto ci racconta un altro evento miracoloso della Vergine di Guanajuato: “Molti anni fa, nel XIX secolo, alcuni minatori sono rimasti sepolti durante il loro lavoro. Immediatamente sono state dette messe, preghiere, e fatte delle offerte alla Madonna. Miracolosamente e al di là di ogni aspettativa, visto le condizioni del crollo e della mancanza di tecnologia in quel momento, i minatori ne sono usciti vivi”.

Robles non nasconde il suo orgoglio di essere cittadino di Guanajuato e devoto alla Vergine. Così, continua, “negli anni ‘80 – nel 1983 se non ricordo male – abbiamo passato un momento molto difficile in tutto lo Stato. Una siccità senza precedenti, delle peggiori che abbiamo sperimentato in molti anni. Non avevamo l’acqua per i campi, né per il consumo umano. Terribile! Allora abbiamo fatto una processione con la Madonna fino alla Diga della Speranza, il rettore della Basilica ha celebrato la Messa con centinaia e centinaia di fedeli. Abbiamo pregato per la sua intercessione, chiedendo di aiutarci in questo grave problema senza acqua. Terminata la Messa ed iniziato il viaggio di ritorno verso la basilica, poco prima dell’arrivo, è cominciato a piovere pesantemente e questo ha aiutato ad approvvigionare la diga. Quale maggiore segno d’amore della nostra Madre avremmo potuto avere in quel momento!”, conclude emozionato l’architetto.

In questo 2012, la Vergine di Guanajuato concede un altro regalo ai suoi figli: la visita di Papa Benedetto XVI. Così si è espresso il rettore della Basilica, monsignor Juan Rodríguez Alba.

L’incontro di Nostra Signora di Guanajuato con il Santo Padre e la Strada della Vergine, nello stato del Messico, sarà la prossima puntata.

[Traduzione dallo spagnolo a cura di Paul De Maeyer]

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ZENIT Staff

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