Festa del Papa con i pellegrini per i cinque nuovi santi

CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 24 ottobre 2005 (ZENIT.org).- Salutando migliaia di pellegrini riuniti nell’aula Paolo VI del Vaticano per celebrare la proclamazione di cinque nuovi santi, Benedetto XVI li ha invitati ad imitarli nella loro fede, speranza e carità.

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Canti, applausi e grande entusiasmo hanno dominato l’udienza concessa dal Pontefice per la canonizzazioni dei nuovi santi, due dei quali italiani: Gaetano Catanoso (1879-1963), sacerdote e fondatore della Congregazione delle Suore Veroniche del Volto Santo, e Felice da Nicosia (1715-1787), religioso cappuccino.

Tra i nuovi iscritti nel catalogo dei santi ci sono anche padre Alberto Hurtado Cruchaga (1901-1952), gesuita, mistico e apostolo dei poveri in Cile, e due polacchi: Józef Bilczewski (1860-1923), Vescovo di Leopoli dei Latini (oggi in Ucraina), e Zygmunt Gorazdowski (1845-1920) sacerdote e fondatore della Congregazione delle Suore di San Giuseppe.

Quando i pellegrini lo hanno lasciato parlare, il Papa li ha invitati a rendere “grazie a Dio che non cessa di suscitare nella Chiesa sempre nuovi fulgidi esempi di santità”.

“Noi invochiamo i Santi e i Beati come protettori e contiamo sul loro celeste aiuto. Al tempo stesso, però, siamo stimolati dalla loro testimonianza ad imitarli per crescere nella fede, nella speranza e nella carità”, ha aggiunto.

Parlando di Gaetano Catanoso, il Papa ha ricordato che “fu autentico servitore del Popolo di Dio a lui affidato, prima in un piccolo centro aspromontano, poi in una grande parrocchia cittadina”.

“Annunciò il Regno di Dio con ardore apostolico e con la convinzione del testimone; amministrò i Sacramenti, e soprattutto la divina Eucaristia, immergendosi ogni giorno nel mistero dell’amore oblativo di Cristo”, ha proseguito.

“Si pose al servizio degli ultimi, dei più lontani, ai quali aprì il cuore e donò speranza; si dedicò ai fanciulli poveri e abbandonati, con un’intensa opera di evangelizzazione e di promozione umana. Per andare incontro alle persone bisognose, fondò una congregazione ispirata alla figura della ‘Veronica’, con il dono cioè di riconoscere il Volto Santo del Signore in quello dei fratelli, per amarli e servirli”.

Ricordando il cappuccino Felice da Nicosia, ha detto che “in un mondo fortemente tentato dalla ricerca dell’apparenza e del benessere egoistico, san Felice ricorda a tutti che la gioia vera è spesso nascosta dietro le piccole cose e si raggiunge eseguendo il proprio dovere quotidiano con spirito di servizio”.

“Auspico di cuore che, con il suo aiuto e la sua intercessione, possiate fare vostro il grande messaggio di fede e di spiritualità che ancora oggi il Santo di Nicosia continua ad inviare ai suoi confratelli e a tutti i fedeli: aderire sempre più profondamente alla volontà di Dio, per trovare in essa pace vera, realizzazione piena di se stessi e letizia perfetta”, ha continuato.

Menzionando il Vescovo Józef Bilczewski e il sacerdote Zygmunt Gorazdowski ha affermato, parlando in ucraino, che “tutti e due hanno realizzato il loro sacerdozio uniti a Cristo e totalmente dediti agli uomini. La preghiera, l’amore per l’Eucaristia e la pratica della carità – ecco la via della loro santità”.

Il Santo Padre ha infine ricordato padre Alberto Hurtado, spiegando che “l’obiettivo della sua vita è stato quello di essere un altro Cristo. Così si comprendono meglio la sua coscienza filiale nei confronti del Padre, il suo spirito di preghiera, il suo profondo amore per Maria, la sua generosità nel donarsi totalmente, la sua dedizione e il suo servizio per i poveri”.

“Alla luce della verità del Corpo Mistico, ha sperimentato il dolore altrui come proprio e questo lo ha portato ad una maggiore dedizione nei confronti dei poveri, fondando per loro l’‘Hogar de Cristo’”, ha concluso.

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ZENIT Staff

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