Fatima e l’attentato al “Vescovo vestito di bianco” (II)

Intervista a Renzo Allegri, autore del libro “Il Papa di Fatima”

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ROMA, giovedì, 11 maggio 2006 (ZENIT.org).- Vi è un legame misterioso che intercorre da una parte fra Giovanni Paolo II e la Madonna di Fatima, e dall’altra fra la Consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria e il crollo dei diversi regimi comunisti.

A sostenerlo è il giornalista e scrittore Renzo Allegri, autore del libro “Il Papa di Fatima” (Mondatori, pp. 334, Euro 17, 00), in questa intervista rilasciata a ZENIT.

La prima parte dell’intervista è stata pubblicata in ZENIT, 10 maggio 2006.

Quand’è che Giovanni Paolo II capisce di essere il Papa di Fatima, e quali sono le azioni da lui compiute dopo questa presa di coscienza?

Allegri: Come ho già detto, si ritiene che Papa Wojtyla abbia preso coscienza del proprio ruolo nei confronti di Fatima dopo l’attentato, riflettendo su ciò che gli era accaduto, sulle coincidenze dell’attentato con le apparizioni di Fatima e leggendo il testo del Segreto. La sua devozione mariana è sempre stata grandissima, fin dalla prima giovinezza. Nella pratica devozionale, egli aveva privilegiato i santuari mariani polacchi, perché facevano parte della sua tradizione religiosa e anche perché non poteva uscire dalla Polonia. Ma conosceva bene la storia di Fatima, e quella parte del Segreto già rivelata da Suor Lucia, dove si parla delle vicende legate alla Russia, al Comunismo, alla persecuzione dei credenti.

L’attentato lo costrinse a “focalizzare” l’attenzione sul proprio ruolo in rapporto a Fatima. Rimase molto colpito dalla coincidenza della data dell’attentato, 13 maggio alle ore 17.17, con quella dell’inizio delle apparizioni a Fatima, 13 maggio 1917. Si fece portare in ospedale il fascicolo che riguardava il famoso Segreto e lo lesse scoprendo, nella parte che allora era ancora inedita, dettagli profetici legati alla sua persona che lo impressionarono molto tanto da parlarne per ben tre volte nel testamento. E subito cominciò a impegnarsi con ardore a realizzare lo spirito di Fatima. Il suo pensiero si fermò soprattutto sulla richiesta della Madonna riguardante la consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato. E, nonostante infinite difficoltà, la realizzò.

Nel libro lei sostiene che esiste un legame diretto tra la richiesta della Vergine Maria di consacrare la Russia al suo Cuore Immacolato e il crollo del muro di Berlino. Ci spiega il perché?

Allegri: Il legame è suggerito dai fatti e dalle date. Nel 1917, La Madonna aveva detto che se le cose non andavano bene, sarebbe venuta a chiedere la Consacrazione della Russia. Nel 1929, in un’apparizione a Suor Lucia, fece la richiesta, precisando che la Consacrazione della Russia al suo Cuore Immacolato doveva essere compiuta “dalla Chiesa”, cioè dal Papa in unione con tutti i Vescovi. Ma prima che la richiesta della Vergine arrivasse al Papa passarono 14 anni. Pio XII, personalmente la prese in considerazione, e per due volte formulò la consacrazione, nominando anche la Russia. Ma era un’iniziativa sua privata e non fatta in unione con tutti Vescovi.

Coinvolgere tutta la Chiesa in questa consacrazione, nominando specificatamente una Nazione, la Russia, comportava enormi difficoltà ideologiche e politiche, che molti Vescovi non intendevano avallare. Infatti, né Pio XII, né Giovanni XXIII e neppure Paolo VI erano riusciti a realizzare quella consacrazione come era stata richiesta dalla Madonna. Giovanni Paolo II affrontò anche questo ostacolo. Però, anche lui fu costretto a ricorrere a stratagemmi complicati e contorti per fare riferimento alla Russia. Inviò una lettera a tutti i Vescovi della Chiesa, invitandoli a unirsi a lui per la solenne consacrazione del mondo che avrebbe fatto il 25 marzo 1984. Nella lettera non nominò la Russia, ma accluse la formula di consacrazione che avrebbe letto, la quale si richiamava a quella pronunciata da Pio XII nel 1952, che nominava esplicitamente la Russia. I Vescovi, leggendo la lettera e la formula di consacrazione, avrebbero capito che era una consacrazione rispondente a quella chiesta dalla Madonna a Suor Lucia, quindi comprendente in particolare la Russia.

La cerimonia venne eseguita. E, come per incanto, nel giro di appena sei anni, ci fu un drastico cambiamento nel mondo, con la fine della Guerra Fredda, il crollo dei vari regimi comunisti, la caduta del muro di Berlino, lo scioglimento dell’impero sovietico e il ritorno della libertà religiosa in Russia, e in tutti gli altri Paesi dell’ex impero comunista. E tutto si realizzò senza spargimento di sangue. Non solo, ma, con piccoli dettagli, o segni, molto curiosi ed enigmatici. Osservando le date dei più importanti eventi di questo enorme cambiamento, si constata che si sono verificati in occasione di importanti solennità religiose cattoliche. Per esempio, l’Unione Sovietica cessò di esistere quando i Presidenti di Russia, Ucraina e Bielorussia, al termine di una riunione, ne annunciarono formalmente la dissoluzione: e questo avvenne 1’8 dicembre 1991. L’8 dicembre è la Festa dell’Immacolata Concezione e viene spontaneo il richiamo alla consacrazione della Russia al Cuore Immacolato di Maria. Il segno definitivo che indicava la fine e la sconfitta del comunismo sovietico si ebbe il giorno in cui fu ammainata la bandiera rossa che per molti decenni aveva sventolato sul Cremlino, e al suo posto venne issata la bandiera nazionale russa. E questo si verificò il 25 dicembre 1991, giorno in cui la Chiesa cattolica celebra in tutto il mondo una delle sue feste religiose più importanti, il Natale di Gesù. Coincidenze? Certo, probabilmente furono solo coincidenze. Ma potrebbero essere stati anche dei segni.

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ZENIT Staff

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