"Dio più grande di ogni malvagità". Il Papa accende albero e presepe di Assisi

In video collegamento con i presenti alla cerimonia nella Basilica Inferiore di S. Francesco, il Pontefice ha salutato i migranti e ringraziato l’Italia per l’accoglienza dei profughi

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Nel pomeriggio di ieri, in video-collegamento dal Vaticano, Papa Francesco ha acceso simbolicamente le luci dell’albero di Natale e del Presepe allestiti nella piazza antistante la Basilica Inferiore di San Francesco in Assisi. La cerimonia di accensione è avvenuta al termine della Santa Messa presieduta nella Basilica Inferiore da mons. Georg Gänswein, prefetto della Casa Pontificia.

Il presepe è installato dentro una barca che ha portato in salvo alcuni migranti partiti dalla Tunisia e sbarcati a Lampedusa. “Guardando quella barca…”, ha detto infatti il Santo Padre nel suo saluto ai partecipanti alla cerimonia di accensione. Tra questi anche 31 rifugiati assistiti dalla Caritas diocesana di Assisi.

“Gesù sempre è con noi, anche nei momenti difficili – ha sottolineato il Pontefice – Quanti fratelli e sorelle sono annegati nel mare! Sono con il Signore, adesso. Ma Lui è venuto per darci speranza, e dobbiamo prendere questa speranza. È venuto per dirci che Lui è più forte della morte, che Lui è più grande di ogni malvagità. È venuto per dirci che è misericordioso, tutta misericordia; e in questo Natale vi invito ad aprire il cuore alla misericordia, al perdono. Ma non è facile perdonare queste stragi. Non è facile”.

Dal Papa un ringraziamento ai membri della Guardia Costiera: “Sono donne e uomini bravi”, ha detto, “vi ringrazio di cuore, perché voi siete stati strumento della speranza che ci porta Gesù. Voi, fra noi, siete stati seminatori di speranza, della speranza di Gesù. Grazie, Antonio, a te e a tutti i tuoi compagni e a tutti quelli che questa terra italiana tanto generosamente ha ricevuto: il Sud d’Italia è stato un esempio di solidarietà per tutto il mondo! A tutti loro auguro che guardando questo Presepe possano dire a Gesù: ‘Anch’io ho dato una mano perché tu sia un segno di speranza!’”.

A tutti i rifugiati Francesco ha detto invece: “Alzate la testa, il Signore è vicino. E con Lui la forza, la salvezza, la speranza. Il cuore, forse, addolorato; ma la testa, alta nella speranza del Signore”. “Tutti voi rifugiati – ha concluso – e tutti voi della Guardia Costiera: vi abbraccio e vi auguro un Santo Natale, pieno di speranza, e con tante carezze del Signore”.

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ZENIT Staff

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