Cuba può già formare i suoi futuri sacerdoti all'Avana

Inaugurato il Seminario di San Carlo e Sant’Ambrogio

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di Nieves San Martín

L’AVANA, giovedì, 4 novembre 2010 (ZENIT.org).- E’ stato inaugurato questo mercoledì il nuovo Seminario di San Carlo e Sant’Ambrogio dell’Avana, a Cuba. In questa occasione, Papa Benedetto XVI ha inviato un breve messaggio in cui esprime il desiderio che questo centro sia sede “di un’attenta preparazione umana, spirituale e accademica dei futuri sacerdoti”.

Il messaggio papale – inviato dal suo Segretario di Stato, il Cardinale Tarcisio Bertone – è stato letto da uno dei Vescovi ausiliari della capitale, monsignor Alfredo Petit.

“Il Papa invita a identificarsi ogni giorno di più con i sentimenti di Cristo, buon pastore – segnala –, attraverso la preghiera assidua, la seria applicazione allo studio, l’ascolto umile della sua divina parola, la degna celebrazione dei sacramenti e la testimonianza coraggiosa del loro amore come autentici discepoli e missionari del Vangelo di salvezza”.

“Con questi vivi desideri, il Santo Padre, affidando tutta la comunità di questa istituzione docente alla protezione della Santissima Vergine Maria, che sotto il titolo di Nostra Signora de la Caridad del Cobre è invocata con fervore nell’amata Nazione cubana, imparte di cuore una speciale benedizione apostolica, che estende lieto a tutti coloro che hanno generosamente contribuito alla costruzione del nuovo edificio e ai partecipanti alla celebrazione inaugurale”, conclude il messaggio.

Questo centro di studi per futuri sacerdoti è situato a 17 chilometri a sud-est dell’Avana, e la sua prima pietra – visibile nel pavimento, protetta da un vetro trasparente – è stata benedetta da Papa Giovanni Paolo II durante la sua visita nell’isola, dal 21 al 26 gennaio 1998.

Il Seminario conserva il nome del centro studi per sacerdoti precedente alla rivoluzione castrista – San Carlo e Sant’Ambrogio – a L’Avana vecchia, che sarà un centro culturale della Diocesi.

Tra le numerose personalità politiche, ecclesiastiche e culturali e tra i rappresentanti di credo religiosi c’erano il Presidente di Cuba Raúl Castro, molti Ministri, in particolare quelli degli Esteri e della Cultura, e alti dirigenti dell’Ufficio del Partito Comunista per i Rapporti con le Confessioni Religiose, presieduti da Caridad Diego.

Tra i 300 invitati, sono giunti dagli Stati Uniti l’Arcivescovo di Miami Thomas Wenski e Carl Anderson, Cavaliere Supremo dei Cavalieri di Colombo, i principali donatori per questa opera. Il loro sostegno economico, insieme a quello di alcune Conferenze Episcopali, ha reso possibile l’opera. In circa 22 ettari, ci sono otto edifici che accoglieranno più di 100 studenti e ospiteranno i corsi di Teologia e Filosofia, il Rettorato, la Biblioteca, l’Aula Magna e la Cappella.

Tra i presenti c’erano anche il presidente della Conferenza Episcopale di Cuba Dionisio García e Vescovi di Messico, Nassau e Italia.

Nel suo resoconto dell’iter che ha portato a raggiungere la meta nei tempi previsti, il Cardinale Jaime Ortega, Arcivescovo dell’Avana, ha ricordato che questo secondo Seminario – l’altro è a Santiago de Cuba – è stato possibile anche per “le facilitazioni da parte delle autorità per importare materiali che a Cuba non esistono”, l’“autorizzazione a operare in moneta nazionale” e “i prezzi accessibili per l’acquisto dei materiali necessari”.

Il porporato ha ricordato la promessa dell’allora Presidente di Cuba Fidel Castro, che congedandosi da Giovanni Paolo II gli assicurò che il suo Governo “avrebbe sostenuto pienamente l’iniziativa”.

“Questa promessa – ha aggiunto il Cardinale Ortega – è stata mantenuta fedelmente, e per questo, a nome della Chiesa cubana, ringrazio il dottor Raúl Castro, oggi tra noi, che ci onora con la sua presenza”.

L’Arcivescovo dell’Avana ha ricordato il sostegno della Santa Sede, della Pontificia Commissione per l’America Latina e di tante istituzioni ecclesiali di Italia, Francia, Spagna e vari Paesi latinoamericani.

Ha anche sottolineato l’importanza dell’apporto della Chiesa, dei suoi sacerdoti e religiosi, allo sviluppo e alla crescita integrale del Paese, e il desiderio generale che i sacerdoti che usciranno da questo Seminario promuovano gli sforzi di tutti i cubani perché l’isola cammini verso il futuro.

Questo martedì, in un’intervista concessa al quotidiano “La Jornada”, María Caridad Campistrous ha ricordato il lungo e lento iter che hanno dovuto percorrere i cattolici per smettere di essere cittadini di seconda classe. Macucha, com’è chiamata familiarmente, dirige l’Istituto Pastorale Pérez Serantes, centro di formazione di laici dell’Arcidiocesi di Santiago de Cuba, nella zona orientale del Paese.

Ha anche ricordato che oggi la Chiesa conta sulla sua maggiore presenza pubblica a Cuba dal conflitto degli anni Sessanta. E’ nata la sua stampa digitale e ha un piccolo accesso a radio e televisione. Ha mobilitato migliaia di fedeli in strada, in occasione del IV Centenario dell’arrivo dell’immagine della Virgen de la Caridad del Cobre, patrona dell’isola, che culminerà nel 2012. E’ interlocutrice di alto livello delle autorità, intermediaria nella liberazione di prigionieri e ora apre questo Seminario, la prima grande opera cattolica nell’isola in 50 anni.

L’Incontro Nazionale Ecclesiale Cubano (ENEC), nel 1986, è stato il fulcro che ha spinto la Chiesa a una maggiore presenza nella società e nella vita cubana.

Nel centro in cui lavora Macucha, basandosi sulla Dottrina Sociale della Chiesa, si insegnano tra le altre materie Antropologia, Filosofia, Storia della Chiesa e Comunicazione. C’è il sostegno della Pontificia Università di Comillas (Spagna), gestita dai gesuiti. In due decenni sono già usciti da questo centro centinaia di allievi, che ora sono catechisti o leader di comunità di base.
[Traduzione dallo spagnolo di Roberta Sciamplicotti]

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ZENIT Staff

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