Città del Messico approva una legge sulle unioni civili per persone omosessuali

L’episcopato cattolico mette in guardia contro i pericoli di questa norma

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CITTA’ DEL MESSICO, lunedì, 13 novembre 2006 (ZENIT.org).- Città del Messico è diventata giovedì scorso la seconda città dell’America Latina, dopo Buenos Aires, la cui legislazione permette le unioni civili a persone dello stesso sesso.

Con 43 voti a favore, 17 contrari e 5 astensioni, i legislatori hanno approvato la “Legge di società di convivenza” – che avrà effetti solo nella capitale messicana –, rivolta a persone di sesso diverso o uguale che decidono di vivere insieme e non hanno un nesso familiare diretto.

In base alla legge approvata a Città del Messico, le coppie che sottoscriveranno questo accordo davanti a un’autorità amministrativa della città verranno regolate “in ciò che è applicabile” sotto la figura del concubinato, anche se questo non implica una modifica del Codice Civile locale, secondo il testo della legge.

La Conferenza Episcopale del Messico ha emesso il giorno prima, l’8 novembre, un comunicato avvertendo dei pericoli insiti nella nuova norma.

“Rispettare la natura è una cosa che tutti vogliamo – afferma il testo dei presuli –; lo vediamo nella giusta cura dell’ecologia che con tanta insistenza è stata diffusa intorno a noi. La Chiesa è sempre stata rispettosa della legge naturale, perché è nella stessa natura dell’uomo che si trova la sua pienezza, e non solo nelle leggi positive. Lo stesso corpo umano esprime la differenza fondamentale e complementare tra un uomo e una donna”.

I Vescovi del Messico – prosegue il comunicato – “sostengono leggi che danno dignità all’essere umano, che lo ingrandiscono e gli fanno godere l’innato desiderio di felicità che Dio ha seminato nel suo cuore. Sosteniamo sicuramente leggi il cui obiettivo è perseguire sempre la bontà che rende liberi gli esseri umani e che li pone in un’uguaglianza di condizioni”.

“Il matrimonio è la base della famiglia – aggiungono –, come la famiglia è il vertice del matrimonio. E’ impossibile separare l’una dall’altra. La famiglia non è in funzione della società e dello Stato, ma la società e lo Stato sono in funzione della famiglia. E’ la comunità umana fondamentale. In base a come è la famiglia, sarà la Nazione, perché così è l’uomo. Il futuro dell’uomo si decide nella famiglia”.

I Vescovi sottolineano anche che “quando il valore della famiglia è minacciato da pressioni sociali ed economiche, la Chiesa reagirà ribadendo che la famiglia composta da un uomo e una donna è necessaria non solo per il bene privato di ogni persona, ma anche per il bene comune di ogni società, Nazione e Stato”.

Questa iniziativa di legge, indicano i presuli messicani, “vuole legittimare i rapporti delle società di convivenza, e vuole velatamente dare origine ad una legislazione che promuove meccanismi che approvino i matrimoni tra persone dello stesso sesso, anche con il diritto di adottare bambini, perché la natura non rende possibile che li possano generare tra loro. Una legge come questa vede solo e vuole dare soluzioni incomplete e momentanee a un problema che è più complesso di quanto sembra”.

“La Chiesa cattolica guarda con vero amore a tutti gli uomini e le donne, senza tener conto di preferenze e inclinazioni – affermano i Vescovi –, ma, fedeli alla missione di pastori, ci opponiamo decisamente a atteggiamenti che danneggiano l’uomo nel suo progetto integrale di vita”.

“Proponiamo ai legislatori di legiferare a favore della dignità dell’essere umano e della famiglia, visto che la famiglia è la vera misura della grandezza di una Nazione, così come la dignità dell’uomo è l’autentica misura della civiltà”, conclude il comunicato.

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ZENIT Staff

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