Cerchiamo dei segni?

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Mc 8,11-13

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Ancora i farisei! E ci saranno fino alla fine della vita del Maestro, partecipi della sua condanna. Il loro intento è sempre di “mettere alla prova” Gesù, di tendergli tranelli per farlo cadere. Qui chiedono «un segno dal cielo» per credergli. Aveva, appena prima, dato da mangiare a sazietà a quattromila uomini con «sette pani e pochi pesciolini» (Mc 8,1-9), ma i farisei si ritengono in grado di stabilire ciò che è o non è segno della presenza di Dio. Sono la generazione del cuore indurito, incapace di cogliere il vero significato dei segni, chiusi alla fede. Gesù, data una risposta secca, se ne va.

Meditazione

Gesù si scontra con l’incredulità: non la difficoltà del credere, la fatica di un percorso, ma la mancanza di apertura sincera, di umile fiducia. Il suo sospiro – «sospirò profondamente» – manifesta la sua tristezza dinanzi alla cecità di chi di segni ne aveva visti tanti; il suo andarsene – «li lasciò, risalì sulla barca e partì per l’altra riva» – manifesta, con un gesto forte e deciso, che certe posizioni impediscono l’incontro e chiudono la porta alla salvezza. «La fede – insegna la Lumen gentium (n. 4) – nasce nell’incontro con il Dio vivente, che ci chiama e ci svela il suo amore, un amore che ci precede e su cui possiamo poggiare per essere saldi e costruire la vita. Trasformati da questo amore riceviamo occhi nuovi, sperimentiamo che in esso c’è una grande promessa di pienezza e si apre a noi lo sguardo del futuro. La fede, che riceviamo da Dio come dono soprannaturale, appare come luce per la strada, luce che orienta il nostro cammino nel tempo». Non si compie il cammino della fede senza l’umiltà, senza l’atto ragionevole del percepire il desiderio inesauribile di pienezza che è in noi e che non possiamo da noi stessi soddisfare, e che cerchiamo, perciò, in tanti modi di soffocare. Fede è rispondere “sì” aprendosi con fiducia al Mistero, infinitamente più grande di noi, che ci viene incontro nella persona di Gesù. Il «lievito di Erode e dei farisei» (Mc 8,15), l’ideologia dominante dell’epoca, rende incapaci di vedere con obiettività gli eventi: vogliono un segno eclatante, ma Dio compie segni e prodigi solo per sua infinita misericordia, non per mostrare clamorosamente la sua onnipotenza. Se l’uomo non accoglie la forte tenerezza di Dio, non li vede. E la conseguenza è una vita arida, scontenta e scontrosa.

Preghiera

Signore Gesù Cristo, donaci la grazia di sperimentare, dentro la nostra esistenza, la bellezza del Cristianesimo, la sua Verità così corrispondente al cuore umano, la sua consistenza capace di sorreggere la vita, la dolce forza che dal tuo Cuore sgorga. Rendici capaci di essere segno di vita nuova.

Agire

Abbiamo letto e meditato la prima Enciclica di Papa Francesco, Lumen fidei? Se non ancora, l’impegno di oggi è di iniziare.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione