Canada: leader religiosi di diverse confessioni firmano una “Dichiarazione sul matrimonio”

OTTAWA, domenica, 12 novembre 2006 (ZENIT.org).- Circa 40 leader religiosi di diverse confessioni hanno firmato una “Dichiarazione sul matrimonio”, da presentare al Parlamento e a tutta la società, nell’ambito del dibattito in corso nel Paese su questo tema.

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“Ognuna delle nostre tradizioni – si legge nella Dichiarazione – ha presente che il matrimonio è in essenza l’unione tra un uomo ed una donna. La comprensione della struttura del matrimonio non è di carattere esclusivamente religioso, ma è condivisa dalla società e dalle culture di tutto il mondo durante i secoli”.

I diversi leader religiosi – secondo quanto riferito dall’agenzia missionaria “Fides” – affermano che il matrimonio è “un patto pubblico di un uomo e di una donna in una relazione di amore duratura ed esclusiva, attraverso la quale si arricchisce la società”.

Nella dichiarazione si insiste inoltre sul fatto che il matrimonio “è più vecchio del nostro più antico sistema democratico e parlamentare, più vecchio del nostro sistema parlamentare e accettato universalmente in misura maggiore rispetto a qualsiasi codice legislativo promulgato”.

Il matrimonio omosessuale è stato legalizzato in tutto il Canada (dopo essere stato già legalizzato dalle sentenze delle Corti Supreme di numerose province) con il Civil marriage act o Loi sur le mariage civil, in vigore dal 20 luglio 2005.

Entro la fine del 2006, tuttavia, ritornerà alla Camera dei Comuni canadese la legge che prima di essere approvata era stata bocciata il 28 giugno dalla Camera bassa del Parlamento.

“Come istituzione sociale – continua il testo – il matrimonio concerne principalmente il bene comune e non i diritti individuali”. Perciò il matrimonio tra un uomo ed una donna “merita una protezione speciale del governo ed un riconoscimento sociale”.

Il leader religiosi affermano quindi che “cambiare la definizione del matrimonio presuppone ripudiare una storia ed un’esperienza millenaria”.

Ridefinire il matrimonio come “lo stare insieme di due persone” fa eclissare l’essenziale e principale fine del matrimonio: si perde l’intima connessione tra il matrimonio, la complementarietà dei sessi e la procreazione.

I leader concludono la loro dichiarazione con un appello ai membri del Parlamento canadese e a tutti i canadesi, perché riconsiderino la decisione di ridefinire il matrimonio e lavorino insieme “per ristabilire nel diritto e nella politica pubblica, la storica ed universale definizione del matrimonio” assicurando così alle generazioni future che non si perderà la distintiva e fondamentale istituzione del matrimonio.

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ZENIT Staff

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