C'è chi "precede"

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio — Lc 5,27-32

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Lettura

Appaltatori di tributi alle dipendenze del governo d’occupazione, i pubblicani erano particolarmente disprezzati dagli Ebrei e considerati peccatori pubblici: dei “venduti” al pari delle prostitute e senza speranza di redenzione. Chiamandoli a conversione, sedendo a tavola con loro, scegliendoli tra i propri discepoli, Gesù ribalta questa concezione. Matteo riserva loro una comprensibile attenzione; ma anche in Luca essi ascoltano Gesù e lo capiscono, per loro vengono dette le parabole della misericordia, Zacchèo cambia vita, il fariseo e il pubblicano sono protagonisti della famosa parabola.

Meditazione

Siamo a Cafàrnao, centro non grande, ma di grandi risorse economiche derivate dalla pesca, agricoltura, industria, relazioni commerciali con l’alta Galilea, il Golan, la Siria, la Fenicia, l’Asia Minore, Cipro e l’Africa; attraversata da una grande via imperiale che conduceva a Damasco, Cafàrnao era punto di transito per i numerosi viaggiatori ed era provvista di dogana e della presenza di un distaccamento di soldati romani, a sottolineare l’importanza della città. Qui «Gesù vide un pubblicano di nome Levi, seduto al banco delle imposte». Lo vide intento al suo lavoro e gli andò incontro, a cercarlo, solo apparentemente in modo diverso da quanto accade nei confronti di un altro pubblicano (Lc 19,1-10), Zacchèo, il quale andò lui stesso a cercare Gesù, desideroso di vederlo mentre egli attraversava Gerico. Anche in questo caso, infatti, fu Gesù che vide Zacchèo, “piccolo di statura”, che si era arrampicato su un sicomoro per vederlo passare: Gesù, «alzò lo sguardo e gli disse: Zacchèo, scendi subito perché oggi mi devo fermare a casa tua». Lo sguardo di Gesù è il primo elemento che caratterizza la chiamata. Fu così anche per gli altri discepoli: la prima volta che incontrò Simone «fissando lo sguardo su di lui, disse: “Tu sei Simone, figlio di Giovanni…”» (Gv 1,42). Sottrarsi a questo sguardo (e sono tanti i modi di eluderlo), significa oggi come allora, fallire l’incontro. Si guarda Cristo nella verità se ci si lascia guardare da lui e da lui si accoglie la visione di noi stessi. Altrimenti è un falso rapporto che non conduce a riconoscersi “peccatori”, e Gesù proprio i peccatori è venuto a chiamare perché si convertano.

Preghiera

Che io accolga, Signore, il tuo sguardo che penetra la realtà e con amore me la mostra. Tu sei «la via, la verità e la vita»; mi interpelli chiamandomi “amico”, come con Giuda nella notte della Passione; mi guardi come hai guardato Pietro la prima volta e nella notte del tradimento. Grazie, Gesù!

Agire

Guarderò a quelli che oggi incontro chiedendo a Cristo il suo sguardo e mi impegnerò a scorgere, sotto le apparenze, il desiderio di felicità che è nel cuore di ognuno.

Meditazione a cura di mons. Edoardo Aldo Cerrato, vescovo di Ivrea, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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