Cuba: la Chiesa ottiene una manifestazione senza rappresaglie

Quella delle “Damas de Blanco”, parenti di dissidenti in carcere

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L’AVANA, mercoledì, 5 maggio 2010 (ZENIT.org).- Questa domenica, il gruppo di donne che si definisce “Damas de Blanco” ha svolto la sua marcia settimanale di protesta senza interferenze, dopo che il Governo cubano aveva abbandonato l’intento di reprimere il gruppo grazie all’intervento della Chiesa cattolica cubana.

Il Governo guidato da Raúl Castro Ruz aveva minacciato alla vigilia di sospendere o reprimere duramente la manifestazione delle “Damas de Blanco”, aumentando le molestie che avevano subito le domeniche precedenti. La direzione della Chiesa cattolica ha fatto sì che la marcia di questa domenica avvenisse senza incidenti e senza arresti di donne dissidenti.

Le donne marciano da sette anni dalla chiesa di Santa Rita da Cascia al quartiere di Miramar, lungo la Quinta Avenida dell’Avana.

Marciano da un’ondata di repressione del Governo nel 2003 in cui 75 dissidenti, tra cui mariti e figli delle “Damas de Blanco”, vennero arrestati. La maggior parte di loro è ancora in carcere. Le marce sono state l’unica protesta pubblica permessa dalle autorità dall’inizio degli anni Sessanta.

Il Cardinale Jaime Ortega y Alamino, Arcivescovo della capitale cubana, ha detto alla stampa di aver chiesto al Governo di non ripetere i “dolorosi eventi” delle domeniche passate. A metà settimana, alcuni funzionari gli hanno indicato di dire alle donne che potevano marciare come ogni domenica, ad alcune condizioni.

“Non posso dire che si sia entrati in una nuova flessibilità – ha commentato –. Quello che posso dire è che (…) è molto positivo che sia stato compiuto un gesto del genere”.

Quanto alle donne che protestano vestite di bianco, il porporato ha detto che “sono persone che in questo senso meritano un rispetto, una considerazione speciale”.

Dopo aver celebrato la Messa nella chiesa di Santa Rita, il Cardinale ha spiegato alla stampa che dopo una settimana come “intermediario” tra le “Damas de Blanco” e il Governo cubano “sono qui un po’ come garante del fatto che esse faranno come al solito”, come avviene da sette anni.

La leader delle “Damas de Blanco”, Laura Pollan, ha detto che la decisione governativa di lasciarle marciare era una “piccola vittoria” che ha attribuito a “tenacia, perseveranza, ragione e soprattutto amore”. “Qui l’amore ha trionfato, l’amore per i nostri familiari e l’amore per Dio”, ha dichiarato.

Dal canto suo, il dissidente cubano Guillermo Fariñas, in scioperto della fame da 68 giorni, ha definito la decisione del Governo di Raúl Castro un “segnale incoraggiante”.

“Credo che sia un segnale incoraggiante del fatto che il conflitto tra le diverse tendenze politiche a Cuba non deve finire per forza in atti di violenza e omicidi”, ha dichiarato al telefono dall’ospedale in cui è ricoverato, nella città di Santa Clara.

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ZENIT Staff

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