Padre Jerzy Popiełuszko, simbolo della Polonia e dell’Europa

Il redattore di “Niedziela” parla del prete degli operai ucciso dal regime comunista

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di Antonio Gaspari

ROMA, martedì, 4 maggio 2010 (ZENIT.org).- E’ stato il sacerdote degli operai e del sindacato. Si è battuto coraggiosamente, praticando la carità del Vangelo, per difendere i diritti umani contro un regime dispotico, violento e assassino.

Le sue prediche accendevano i cuori e pur essendo mite e buono, faceva paura al regime.

Per metterlo a tacere, fu prima minacciato, poi coinvolto in un incidente stradale da cui uscì miracolosamente illeso, mentre il 19 ottobre 1984, venne rapito e ucciso da parte di tre funzionari del ministero dell’interno.

Il suo corpo fu ritrovato il 30 ottobre 1984 nelle acque della Vistola vicino a Włocławek.

Stiamo parlando di padre Jerzy Popiełuszko, ucciso a soli 37 anni dal regime comunista. Ai suoi funerali parteciparono più di 400.000 persone. Diciassette milioni di persone hanno visitato la sua tomba, ogni 19 ottobre si tiene una veglia di 24 ore per ricordarlo.

Eroe nazionale polacco è stato riconosciuto dalla Chiesa cattolica come martire e verrà beatificato a Varsavia, domenica 6 giugno 2010, nella piazza intitolata al Maresciallo Piłsudski.

In merito alla sua storia e alle vicende della Polonia negli anni Ottanta il regista Radaf Wieczynski ha diretto un film “Popiełuszko” che è ancora in distribuzione in alcune sale italiane.

In occasione della beatificazione di padre Jerzy Popiełuszko, il settimanale cattolico “Niedziela” ha preparato un CD (in polacco) intitolato “Padre Jerzy Popiłuszko. Martire per la fede e per la Patria”. Un CD che racconta in forma teatrale la vita e l’opera del cappellano di “Solidarność”, diretto da don Ireneusz Skubiś Skubiś, redattore capo di “Niedziela”, e Ksawery Sokołowski, con Marian Florek (attore) in cooperazione con Anna Przewoźnik dallo Studio della Radio di “Niedziela”.

Il CD, che dura circa 30 minuti, può essere usato nella catechesi a scuola o negli incontri in parrocchia e contiene anche la canzone di Marcin Styczeń dedicata a padre Popiełuszko e intitolata: “Era pronto per tutto”.

Per conoscere la natura profonda della fede cattolica dei polacchi e le implicazioni di martiri del nostro tempo come padre Popiełuszko, ZENIT ha intervistato don Mariusz Frukacz, sacerdote dell’arcidiocesi di Czestochowa, giornalista e redattore del settimanale cattolico “Niedziela” nonché corrispondente di KAI (Agenzia Cattolica di Informazioni).

Chi è stato padre Jerzy Popiełuszko? Quali erano le sue virtù eroiche e perchè verrà beatificato?

Frukacz: Padre Jerzy Popiełuszko ucciso 1984 è stato vicario nella parrocchia di San Stanislao Kostka a Varsavia. Negli anni 80 del XX secolo è stato il pastore dei lavoratori e il cappellano di “Solidarność”. Nella sua vita ma anche nel suo insegnamento, soprattutto durante le Messe per la Patria, ha rappresentato la fedeltà totale al Vangelo di Cristo, all’insegnamento della Chiesa, in modo particolare nelle sue omelie ricordava i pensieri e le idee del Servo di Dio cardinale Stefan Wyszyński, “Primate del Millennio” e maestro di Giovanni Paolo II.

Padre Popiełuszko ha promosso il rispetto dei diritti umani, dei diritti dei lavoratori e della dignità delle persone umane, tutto alla luce del Vangelo. Per la Polonia e per il mondo intero ha praticato e testimoniato le virtù del coraggio, della fedeltà a Dio, alla Croce di Cristo e al Vangelo, amore per Dio e per la Patria. Ha rappresentato il patriottismo in senso cristiano, come virtù culturale e sociale. La sua beatificazione è un esempio per i sacerdoti, alla luce della sua totale fedeltà a Cristo. Inoltre rappresenta il simbolo delle vittime del regime comunista, così come San Massimiliano Kolbe è stato il simbolo delle vittime dell’ideologia nazista. Nazismo e comunismo hanno perseguitato il popolo e la fede del popolo polacco. Per questo motivo nei tempi odierni abbiamo bisogno di testimoni della fede come Popiełuszko.

Padre Popiełuszko era il cappellano di Solidarność. Come si distingue la sua opera di sacerdote da quella di attivista politico?

Frukacz: Padre Popiełuszko era un sacerdote che portava sempre con sé le parole prese dal profeta Isaia e dal Vangelo di Luca: “mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai miseri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati”. Questa frase si trova sul santino stampato in occasione della sua ordinazione sacerdotale.

Come cappellano di “Solidarność” è stato sempre con i lavoratori durante gli scioperi, aiutava le famiglie dei lavoratori perseguitati e imprigionati. Padre Popiełuszko non era un attivista politico nel senso comune della parola, ma ricordava sempre che l’azione politica deve servire al bene comune, deve riconoscere la dignità delle persone umane e rispettare i diritti umani. In questo senso possiamo dire che padre Popiełuszko volendo realizzare la sua vocazione sacerdotale di servire l’umanità ha partecipato intensamente alla vita sociale. La finalità delle sue azioni non era di carattere politico riduttivo o particolare.

Come hanno fatto Solidarność, il Pontefice Giovanni Paolo II e sacerdoti come Popiełuszko a sconfiggere il potente regime sovietico?

Frukacz: “Solidarność” non è stato solo un sindacato dei lavoratori. Si è costituito fin dal principio come un movimento nazionale di 10 milioni di persone. E’ stato il primo movimento in cui la Chiesa cattolica e il mondo degli operai si sono uniti insieme. Dobbiamo ricordare che per l’ideologia comunista l’operaio è la persona che non crede e nel nome dell’ideologia materialista deve stare lontano dalla fede e dalla Chiesa cattolica. ‘Solidarność’ già nel momento della sua nascita avvenuta nel 1980, ha rappresentato il contrario della filosofia marxista e dell’ideologia comunista. Chiesa cattolica e operai erano coerentemente e solidamente insieme.

Per comprendere meglio le ragioni della sconfitta del potente regime comunista e sovietico dobbiamo guardare al grande e importante ruolo svolto da Giovanni Paolo II. Tutto ebbe inizio nel primo viaggio di Giovanni Paolo II, avvenuto nel 1979. E’ stato il primo viaggio del Papa slavo in un paese dell’Europa centrale ed orientale. Profetiche le invocazioni e le preghiere che Giovanni Paolo II pronunciò nella Piazza della Vittoria (oggi Piazza di Piłsudski) “che lo Spirito Santo scenda su questa terra e la faccia cambiare”. L’anno dopo è nata “Solidarność”.

Bisogna anche ricordare la VI Giornata Mondiale della Gioventù nell’agosto del 1991 a Jasna Góra e a Czestochowa. E’ stata la prima Giornata della Gioventù con la partecipazione dei giovani dell’Europa Orientale. Il Santo Padre ha celebrato la Santa Messa il 15 agosto e tre giorni dopo il dispotico regime sovietico è caduto.

Personalmente penso anche che dobbiamo guardare al ruolo del cardinale Stefan Wyszyński, Primate della Polonia, imprigionato dal regime comunista negli anni 1953-56.

E’ stato il cardinale Wyszyński ad organizzare i “Voti di Jasna Góra” nel 1956, la Novena in occasione dei mille anni del Cristianesimo in Polonia (1957-1966). Erano anni durissimi, in cui sembrava impossibile sopravvivere al dominio sovietico. Eppure Wyszyński riuscì ad organizzare e garantire l’attività religiosa e sociale dei fedeli in Polonia. E’ stato lo stesso cardinale Wyszyński a rafforzare e diffondere la cosiddetta “Teologia della Nazione” per rafforzare l’identità cattolica dei polacchi.

Quanto è contata la fede cattolica del popolo polacco nella sconfitta del comunismo?

Frukacz: Come ho già spiegato per il popolo polacco la fede ha la sua importanza anche nella vita sociale. Non è una cosa privata. La fede ha una sua dimensione sociale e nazionale. Per noi Maria Madonna Nera di Czestochowa è la Regina della Polonia. Per noi la fede è collegata con il vero patriottismo, cioè l’amore
per Dio e per la Patria. Nelle bandiere polacche tante volte si può vedere la frase “Dio, Onore, Patria”. Penso che questa identità e questa pratica religiosa abbiano alimentato la forza spirituale che ha sconfitto il comunismo. Vorrei ricordare che il regime marxista-leninista è stato contro Dio (ateo) e contro la Nazione (internazionalismo comunista). Dobbiamo anche ricordare che anche Gesù amava la sua Patria e piangeva sulle sorti di Gerusalemme.

In Italia c’è un film che racconta la storia di padre Popiełuszko. Lo ha visto? Può fornirci qualche ragione per convincere le persone ad andarlo a vedere?

Frukacz: Giovanni Paolo II ha detto che grazie al sangue versato da padre Popiełuszko, noi polacchi siamo in Europa. Il film su padre Popiełuszko ricorda non soltanto la vita del sacerdote martire, ma anche i valori cristiani e sociali di cui abbiamo bisogno non soltanto in Polonia ma soprattutto in Europa. Padre Popiełuszko è la persona che si è inserita nella storia della Polonia e dell’Europa. Penso che questo film rappresenti la figura di padre Popiełuszko così come era, in maniera affascinante e vera.

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ZENIT Staff

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