Lettura
La liturgia di questo tempo sembra non avere continuità: si sposta da un Evangelista all’altro, senza apparente legame. Oggi, appunto, il Vangelo di Luca ci riporta a Nazareth, nella sinagoga, in quel paese dove Gesù ha vissuto per trent’anni, «dove era cresciuto» (v. 16). Il legame però c’è, perché in queste righe incontriamo quel Verbo di cui abbiamo udito nel giorno di Natale, che, attraverso i prodigi e l’insegnamento, dice con autorità il compiersi di quanto sta leggendo nelle Scritture. Lui è la Parola! È davvero il Verbo che realizza quanto proclama!
Meditazione
Le parole del profeta Isaia «Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio»sono per tutti. La Parola di Dio si compie, ogni giorno, se lasciamo fare allo Spirito che ci abita. La tentazione in cui cadiamo è quella di farlo operare secondo i nostri desideri, che invece di favorire, ostacolano l’azione dello Spirito. L’invito che riceviamo è quello di lasciare che lo Spirito operi in noi senza che un intervento da parte nostra devii questo fiume di grazia. È importante, allora, lasciare che il Signore operi attraverso quelle che sono le sue vie e non le nostre, come Gesù, che ha lasciato che la Parola si compisse in lui. «Gli occhi di tutti erano su di lui»: è il Verbo che legge e annuncia il compimento della Parola. Nessuno, prima e dopo di lui, ha potuto “dire” la Parola non solo con la voce ma con la vita: è il Verbo che annuncia la Parola che s’incarna. Ciò che dice lo sta compiendo, come durante la Creazione, perché la Parola di Dio crea. Gesù, in questa parola-azione di portare ai poveri il lieto annuncio, proclamare ai prigionieri la liberazione, ai ciechi la vista e rimettere in libertà gli oppressi,opera una ri-creazione. Il Verbo parla e la sua parola diventa un atto, un evento: davvero i ciechi vedono. Le parole di grazia che pronuncia sono unte dallo Spirito e non ritornano a lui senza aver operato (cfr. Is 55,10-11). Gesù apre il rotolo del profeta Isaia e trova questo passo che gli appartiene. Può capitare anche a noi che un brano della Scrittura parli al nostro cuore: la Parola di Dio agisce in noi e ci invita a farla diventare atto che contribuisce alla nuova creazione.
Preghiera
«Siano le tue Scritture per me casta gioia. La tua voce è per me al di sopra di ogni altro piacere. Dammi ciò che amo, perché io amo e fosti tu a darmi questo amore. Non abbandonare i tuoi doni, non trascurare questa tua erba assetata. Che ti esalti per quanto avrò trovato nei tuoi Libri, che io ascolti la voce della tua lode, a te mi disseti e contempli le meraviglie della tua Parola» (Agostino, Confessioni, XI,2).
Agire
Oggi andrò a comprare una copia della Bibbia per regalarla a una persona cara, che so che non possiede.
Meditazione del giorno a cura delle Monache Agostiniane della Comunità Santi Quattro Coronati a Roma, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it