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Legalizzare la cannabis cosa comporta? Ecco l'esempio del Colorado

Nello Stato che ha legalizzato la cannabis da pochi anni, si registra un incremento di incidenti, di crimini, di morti e di giovani che si drogano

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“La legalizzazione della cannabis è una forma di contrasto alle organizzazioni criminali”. È questa una delle argomentazioni di spicco dei sostenitori del ddl sulla legalizzazione della cannabis, approdato alla Camera e sostenuto da un intergruppo parlamentare di oltre 220 persone.
A farsene interpreti, non solo intellettuali e politici, ma anche personalità che con il crimine hanno a che fare direttamente. Ad esempio, un magistrato come Raffaele Cantone, presidente dell’Autorità Nazionale Anticorruzione, e Felice Romano, segretario del sindacato di Polizia Siulp.
La realtà dei fatti, tuttavia, dimostra che rendere legale la vendita, il possesso e il consumo di cannabis non è affatto un deterrente nei confronti del crimine. E non risparmia lavoro alle forze dell’ordine nemmeno sotto altri aspetti, dal momento che incrementa il numero di incidenti stradali.
Lo dimostra un rapporto pubblicato dal “Rocky Mountain High Intensity Drug Trafficking Area”, un programma governativo statunitense che ha il compito di facilitare la collaborazione tra Stati nella lotta al traffico illegale di stupefacenti.
La lente d’ingrandimento è puntata sul Colorado, dove nel 2012 è stato autorizzato il consumo di marijuana per scopi ricreativi a partire dal 2013 e la vendita di cannabis nei negozi a partire dal 2014.
Ebbene, in particolare tra il 2014 e il 2015 si è avuto un significativo aumento di crimini complessivi (6,2%). L’anno scorso è quello che ha fatto registrare il record in termini di reati: 10.861 quelli con implicazioni violente e 33.411 quelli contro il patrimonio.
Michael Hancock, sindaco di Denver, capitale del Colorado, citato nel rapporto, non esita a spiegare, a fronte di questo incremento, che “migliorare la sicurezza comporta più di mezzo milione di dollari per aumentare le pattuglie di polizia e aggiungere risorse”.
Risorse da dispiegare anche sul fronte automobilistico. Nel 2013 si è impennato del 62% il numero di incidenti mortali dovuti alla marijuana.
Del resto, la marijuana legale equivale a un aumento dei consumi. Nel biennio 2013-14 è aumentato del 32% rispetto al biennio precedente (2011-12) il numero di ricoveri in ospedale per motivi legati alla marijuana.
Sono soprattutto i giovani a farne uso. Nel 2013-14 cresciuto del 20% il numero di giovani tra i 15 e i 20 anni che nell’ultimo mese ha fatto uso di marijuana. Una tendenza che si contrappone a quella degli altri Stati del Paese, dove invece mediamente il consumo di questa sostanza tra le fasce più giovani è sceso del 4%.
Suscita poi un punto di domanda il fatto che “dal 2014 vi è stato un notevole incremento” della “produzione illegale di marijuana in Colorado”. Attività a cui sono dedite proprio quelle organizzazioni criminali che si pensa di ostacolare attraverso la legalizzazione.
Tom Gorman, autore del rapporto e direttore del “Rocky Mountain High Intensity Drug Trafficking Area”, ha dichiarato al Catholic News Agency che “ogni volta che viene legalizzata una sostanza, l’effetto immediato è che un numero sempre maggiore di persone ne fa uso”. Ne deriva che “più persone consumano una droga, più effetti negativi sulla loro vita personale e sulla società ci saranno”.
A tal proposito, Gorman fa l’esempio dell’alcol, ricordando che il fatto che sia legale causa la diffusione dell’alcolismo. “Chi beve alcol non per forza si ubriaca – precisa però il direttore del programma -, mentre chi fuma marijuana lo fa per sballo”.
La conclusione di Gorman è netta: “Se si guarda alla tendenza generale, senza retorica, si vede che è completamente negativa”. Basta infatti considerare l’incremento delle “visite al pronto soccorso, dei ricoveri ospedalieri o dei decessi”, nonché del “consumo di marijuana tra i nostri figli”.
Obiettivo della relazione è di aiutare quegli Stati che si interrogano sulla possibilità di legalizzare la cannabis a prendere una decisione informata. Un aiuto che può servire non solo Oltreoceano, ma anche qui in Italia.

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Federico Cenci

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