Spesso davanti agli occhi mi appare la classica scena su cui rifletto, parlo, scrivo. Scena che mi fa esclamare: che spettacolo!
Al centro della strada che attraversa il parco, cattura la mia attenzione e mi mette in profonda meditazione, la scena di una mamma che spinge una carrozzina vuota.
A due metri da lei, cammina un bambino d’un anno, divertitissimo, direi meglio eccitato da una esperienza sempre nuova anche per lui.
Due passi e…patapunfete! Ridendo e guardando subito la mamma anch’ella divertita, non si ferma un attimo a terra; ma punta le manine sull’asfalto, rizza le gambette e…su dritto di nuovo per altri due o tre passi. Poi di nuovo, patapunfete!..
Quel continuo cadere e rialzarsi e quei due passetti sono ormai, di fatto, il suo modo di andare avanti. Non solo…ma quel modo di procedere è il divertimento suo e della mamma.
Passando accanto, esclamo: “Signora, che spettacolo! Ci vorrebbe la cinepresa…vorrei filmare non solo l’arte di rialzarsi, ma anche l’arte di cadere di questo bimbo. Il suo piccolo sa cadere.
Teresa del B.G. diceva che i bambini quando cadono non si fanno male…sono piccoli, sono bassi, sono vicini a terra e non hanno la presunzione di stare in piedi…” Spettacolo che mi ha insegnato a camminare senza il freno della paura di cadere, ma trascinato dalla gioia di poter riprendere subito.
Ciao da p. Andrea
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