“Alla luce dei fatti tragici che hanno visto protagonisti ragazzi giovanissimi vittime delle droghe e dello sballo in discoteca crediamo quanto mai opportuno rilanciare la necessità di fare prevenzione con le famiglie e soprattutto nelle scuole. Non bastano più solo le campagne di informazione, occorre avere la possibilità di confronto diretto con i ragazzi nei luoghi della loro formazione: appunto la famiglia e la scuola. Senza questo lavoro assisteremo all’ennesima strage annunciata di giovani vite”. Così Roberto Mineo, presidente del Ceis Don Picchi, in merito all’ennesima morte di un giovane in discoteca dopo avere assunto sostanze stupefacenti.
“Da oltre 30 anni portiamo avanti – spiega Mineo – l’impegno di lavorare nelle scuole con i ragazzi per aiutarli ad essere preparati e coscienti del mondo subdolo delle droghe. A questo abbiniamo da sempre un dialogo costante con le famiglie per aiutarle a intercettare i segni e i sintomi dell’uso di sostanze stupefacenti da parte dei propri figli. Spesso molti genitori sono soli nell’affrontare questo problema. E’ arrivato il momento di non lasciare più sole le famiglie. La morte di un altro giovane pesa sulla coscienza di tutti noi”.
“Occorre agire dunque presto – conclude Mineo – con un’azione congiunta tra istituzioni, società civile, famiglie e scuola. Queste realtà da sole non potrebbero dare risposte per arginare una vera e propria emergenza sociale come quella delle droghe tra i giovanissimi”.
Intanto, a seguito dell’autopsia effettuata sul corpo del giovane morto in discoteca a Santa Cesarea Terme, in Salento, è stata riscontrata una cardiomiopatia ipertrofica che può causare anche una morte improvvisa. Il medico legale ha anche eseguito prelievi per i successivi esami istologici e tossicologici, i cui risultati dovranno pervenire al magistrato entro 60 giorni.