“La Chiesa perde il suo riferimento se non ha Gesù Cristo e il suo Vangelo sempre davanti agli occhi”, ha scritto in un articolo pubblicato sulla rivista arcidiocesana “O São Paulo”, in cui parla della recente approvazione da parte della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB) delle direttrici dell’evangelizzazione nel Paese sudamericano.
“Le direttrici comprendono questo aspetto come punto di partenza per ogni azione evangelizzatrice: senza l’incontro personale e contagioso con Gesù Cristo, non ci sono discepoli né missionari, e il lavoro della Chiesa avrebbe la forza e il significato di qualsiasi ONG o iniziativa umana. La Chiesa non può dimenticare di essere, innanzitutto, opera di Dio, che conta, certamente, sulla nostra costante partecipazione e collaborazione”.
Dopo questa considerazione iniziale, spiega il Cardinale, il documento delle nuove direttrici dell’evangelizzazione si occupa “degli aspetti della società, della cultura e della Chiesa stessa nel nostro tempo”.
“La Chiesa ha bisogno di porsi in stato permanente di missione”, sottolinea. “Non bastano più i metodi tradizionali, volti soprattutto alla ‘conservazione’ di quello che è già stato fatto; da una pastorale di conservazione bisogna passare a una pastorale missionaria”.
“In questo modo, la Chiesa riscopre quella che è la sua natura e la sua caratteristica essenziale: un popolo inviato in missione nel mondo! Siamo un popolo missionario, e le nostre organizzazioni ecclesiali devono tradurre questo fatto sempre più chiaramente attraverso una nuova pratica missionaria”.
“Le comunità cristiane, ben costituite, devono diventare sempre più i soggetti di un’iniziazione più completa alla vita cristiana, affinché i battezzati cattolici siano saldi nella fede, radicati in Cristo, pronti a dare le ragioni della loro speranza a chi gliele chiede”.
Per il Cardinale, un elemento fondamentale per l’iniziazione alla vita cristiana e alla formazione dei discepoli è la Parola di Dio.
“I cristiani cattolici non possono ignorare la Sacra Scrittura, e riusciranno a progredire nella conoscenza di Gesù Cristo solo se avranno contatti costanti e ricchi con Dio attraverso la sua Parola, nella Scrittura e nella vita della Chiesa”.
“Secondo la raccomandazione di Papa Benedetto XVI, l’animazione biblica non deve essere oggetto di un’altra pastorale, ma bisogna effettuare l’animazione biblica di tutta la pastorale”.
“L’attività pastorale – ha concluso – consiste nel fare come ha fatto il Buon Pastore, che non è venuto per essere servito, ma per servire, e perché le pecore abbiano la vita e l’abbiano in pienezza”.