Choral Book with Gregorian Chant

Pixabay CC0 - FNeumann

Accordarsi per cantare

E’ bello fare chiesa dopo essersi riconciliati con i fratelli, ma è sublime fare convento per convenire come coristi di Dio

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Francesco accompagna con il canto la celebrazione eucaristica. Da tempo desidera farmi la sorpresa di un canto a più voci e domenica scorsa è capitata l’occasione…

All’offertorio vedo, con la coda dell’occhio, alcune persone accorrere accanto all’altare e salutarsi con un brusio molto contenuto. Sono tentato di richiamarle al silenzio, ma è partito con grande sorpresa il canto polifonico da me tanto desiderato, anche se non programmato.

Alla fine della Messa, rientro in sacrestia, dove posso congratularmi per la bella sorpresa.

Soddisfatti, mi spiegano che da varie domeniche cercavano l’occasione per cantare così, ma mancava sempre qualcuno dei coristi. Questa domenica si è scoperto invece che, chi prima e chi dopo, sono tutti presenti in chiesa, senza sapere l’uno della presenza dell’altro.

E’ bastato dal pulpito uno sguardo e un cenno di Marcellino per avvertire ognuno della presenza degli altri. E’ partita l’immediata corsa accanto all’organo. Subito una stretta di mano, un diapason per intonare…e… “I cieli immensi narrano del grande Iddio la gloria”.

Se prima venivano in chiesa individualmente, senza sapere l’uno della presenza dell’altro, ora si accordano per poter fare il coro che vivacizza l’assemblea.

E’ bello fare chiesa dopo essersi riconciliati con i fratelli, ma è sublime fare convento per convenire come coristi di Dio, che vogliono accordarsi per intonare e sostenere nella Chiesa il canto della comunione.

Ciao da p. Andrea

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Andrea Panont

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