In vacanze nella valle di Primiero, decisi di fare una bella passeggiata lungo un sentiero verso la cima Rosetta; m’incamminai senza un programma ben preciso, se non quello di fare una lunga camminata.
Al primo che passa chiedo informazioni sul sentiero da seguire. Interviene un anziano signore, molto arzillo e dal passo veloce che, senza fermarsi, mi grida: venga con me; mi segua e vedrà che il mio percorso sarà di suo gradimento. Mi accodo e ci salutiamo subito come vecchi amici. Del resto in montagna si fraternizza con estrema facilità.
Scherzando, in tono provocatorio, chiedo al compagno di viaggio che marciava con passo lesto: “Scusami, ma dove vai, che meta hai, che fretta hai, cosa cerchi con un passo tanto frettoloso?”.
Mi risponde che non cerca niente; ma che vuole e cerca solo ciò che sta già facendo, di camminare cioè in modo spedito: “É la mia salute, mi ha detto il medico”.
Gli obbietto che la funivia in meno di quindici minuti ci porterebbe a tre mila metri e senza faticare tanto.
“Non mi serve la funivia – mi risponde – non ho fretta di arrivare in vetta al Rosetta; ho solo fretta di trovare, camminando, ciò che solo camminando si cerca. Il tempo speso camminando non é tempo perso, ma un trovare salute. Praticamente camminando già possiedo quello che cerco, grazie anche alla fatica della salita.
L’amico assaporava e riassaporava di gusto questo concetto: “Niente di più bello che trovare camminando ciò che unicamente camminando si cerca”. E telefonando a sua moglie, insegnante di lettere, glielo ripeteva in latino: “Nihil mihi jucundius quam deambulando invenire quod eundo quaero.”
Anche a noi camminatori non interessava la funivia per affrettare l’arrivo sulla vetta; ma perseverare a fare ciò che già stavamo facendo. Guadagnando in salute saremmo anche arrivati sulla cima. Ciò che vale nella vita, non é né il correre, né il fare questo o quello; ma vale l’amore che accompagna il tuo respiro.
Nell’amare ciò che vale é l’amore. Amando già possiedi ciò che cerchi.
Ciao da p. Andrea
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