Le famiglie Italiane hanno attutito la crisi e hanno fatto sì che l’impatto della abbia avuto minore impatto sociale rispetto ad altri paesi europei”. È iniziato, così, l’intervento del Presidente del Consiglio, Enrico Letta,a Torino, che ha espresso viva preoccupazione per lo stato attuale dei nuclei familiari: “La famiglia esce dalla crisi in difficoltà perché ha svolto un ruolo superiore alle sue forze e rischia di essere ridimensionata”.
Riprendendo l’Enciclica Caritas in Veritatis di Benedetto XVI, Letta si è soffermato sulla solitudine di oggi in quanto “l’uomo è relazione e questa si sviluppa nella società, nella famiglia e nella comunità”. Anche il calo demografico registrato in Italia preoccupa il premier: “Il problema è quello di una società sterile, che non ha figli!”.
Il tema dell’educazione e del diritto allo studio devono allora “tornare al centro delle nostre preoccupazioni. In questa settimana abbiamo accompagnato i figli a scuola: non possiamo lasciare questo luogo, che accoglie ciò che abbiamo di più caro, solo a se stesso. La scuola dovrebbe quindi avere strutture adeguate”. E ancora: “Sul diritto allo studio il nostro paese ha la coscienza sporca da sempre”.
Il Paese dovrebbe, quindi, “ridare fiducia ai giovani” che vogliono crearsi una famiglia aiutando le coppie e i lavoratori precari e questo atteggiamento dovrebbe guidare anche le scelte politiche. “Il debito significa essenzialmente mangiarsi il futuro, è un voler consumare oggi con le risorse dei nostri figli. Per pagare i debiti bisogna essere credibili e avere atteggiamenti sereni”.
Ricordando gli sforzi del suo governo, ha ammesso, “quando il welfare è sulle spalle delle nostre famiglie, significa che il nostro sistema non riesce a gestirlo”. È allora necessario “ringraziare a nome dello Stato italiano lo sforzo di tante diocesi che aiutano le famiglie e le persone in difficoltà”.