CASTEL GANDOLFO, lunedì, 18 agosto 2008 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha lanciato un pressante appello morale a considerare la guida come un campo in cui difendere la vita ed esercitare concretamente l’amore del prossimo.
Con queste parole, domenica scorsa, durante l’Angelus, il Papa ha dato la sua risposta alle notizie sui numerosi e gravi incidenti stradali, che si verificano specialmente in questo periodo.
Solamente nell’ultimo week-end, in Italia si sono verificati 25 incidenti mortali che hanno coinvolto 28 vittime, 12 delle quali di età inferiore ai 30 anni.
“Non dobbiamo abituarci a questa triste realtà!”, ha detto il Santo Padre ai fedeli radunati a mezzogiorno nel cortile del palazzo apostolico di Castel Gandolfo.
“Troppo prezioso infatti è il bene della vita umana e troppo indegno dell’uomo è morire o ritrovarsi invalido per cause che, nella maggior parte dei casi, si potrebbero evitare”, ha continuato.
Per questo motivo, ha sottolineato, “occorre certo maggiore senso di responsabilità. Anzitutto da parte degli automobilisti, perché gli incidenti sono dovuti spesso all’eccessiva velocità e a comportamenti imprudenti”.
“Condurre un veicolo sulle pubbliche strade richiede senso morale e senso civico”, ha avvertito.
Secondo il Vescovo di Roma, “a promozione di quest’ultimo è indispensabile la costante opera di prevenzione, vigilanza e repressione da parte delle autorità preposte”.
“Come Chiesa, invece, ci sentiamo direttamente interpellati sul piano etico: i cristiani devono prima di tutto fare un esame di coscienza personale sulla propria condotta di automobilisti; le comunità inoltre educhino tutti a considerare anche la guida un campo in cui difendere la vita ed esercitare concretamente l’amore del prossimo”, ha concluso.