Santa Sede preoccupata per le tensioni tra Russia e Occidente

Parla monsignor Tomasi, Osservatore permanente all’ONU di Ginevra

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GINEVRA, venerdì, 22 agosto 2008 (ZENIT.org).- La tensione crescente nelle relazioni tra Russia e Occidente è vista con “inquietudine” dalla Santa Sede, soprattutto dopo l’annuncio di ieri riguardante la sospensione di tutte le attività di cooperazione militare di questo Paese con la NATO.

La dura presa di posizione di Mosca fa seguito alle critiche rivolte alla Russia in merito al suo comportamente nel conflitto in Caucaso, e all’accordo sullo “scudo spaziale” siglato da Stati Uniti e Polonia.

Secondo quanto ha spiegato alla “Radio Vaticana” l’Osservatore permanente della Santa Sede presse l”Ufficio ONU di Ginevra, l’Arcivescovo Silvano María Tomasi, la crisi tra Russia e NATO, insieme al fallimento del cosiddetto “Doha Development Round” per la liberalizzazione del commercio mondiale, tenutosi quattro settimane fa, “sono i segnali che c’è una certa inquietudine e una difficoltà nel lavorare assieme in campo internazionale”.

Secondo monsignor Tomasi, “il sistema multilaterale si trova in una specie di crisi e questo a scapito dei Paesi più deboli e dei Paesi più poveri”.

Il presule si è detto preoccupato davanti alla possibilità di una nuova corsa agli armamenti, specialmente dopo la firma dell’accordo bilaterale per la costruzione in Polonia della base antimissile americana che prevede l’installazione entro il 2012 di dieci missili capaci di intercettare e distruggere in volo eventuali missili balistici a lunga gittata.

“C’è stata una certa reticenza nel voler affrontare in maniera decisiva la questione fondamentale del disarmo atomico”, ha lamentato Tomasi. La paura attuale, a suo avviso, sta nell’ “inefficacia” e nella “mancanza di risultati nelle discussioni che si sono avute negli ultimi anni”.

“C’è un prezzo che verrà pagato se si continua su questa strada – ha avvertito –: la mancanza di comunicazione, di intercambio… Se questa globalizzazione che penetra un po’ dappertutto viene di nuovo limitata dal nazionalismo e dal protezionismo, c’è il rischio che ci siano nuovi problemi per la famiglia umana”.

“La nostra ispirazione cristiana ci porta a vedere la famiglia umana come unita, come una – ha sottolineato –. Noi non ci rifugiamo in un’astrazione intellettuale, ma dobbiamo affrontare le situazioni concrete e portare questo nostro messaggio di unità, di solidarietà con responsabilità”.

Per quanto riguarda la prossima celebrazione dei 20 anni dalla caduta del Muro di Berlino, il presule ha detto che attualmente esistono “altri muri” che dividono l’umanità.

“Nella storia i muri non sono serviti e non serviranno neanche in questo momento – ha commentato – . Ci sono muri che vengono costruiti tra palestinesi e israeliani, tra americani e messicani. Questo è contrario a quella prospettiva di solidarietà e di comunione, di partecipazione, che nasce dal fatto che siamo tutti figli di Dio”.

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ZENIT Staff

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