La società civile deve aprire gli occhi sulla ricchezza della famiglia

Parla padre Gianfranco Grieco, O.F.M. Conv., del dicastero per la Famiglia

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di Mercedes de la Torre

CITTA’ DEL MESSICO, lunedì, 19 gennaio 2009 (ZENIT.org).- All’Incontro Mondiale delle Famiglie si è posto molto l’accento sulla questione della soluzione di fondo alla crisi attuale, perché se la famiglia è malata lo è anche la società, spiega uno degli organizzatori dell’evento.

In questa intervista concessa a ZENIT, padre Gianfranco Grieco, O.F.M. Conv., Capo Ufficio del Pontificio Consiglio per la Famiglia, spiega perché Benedetto XVI e la Chiesa hanno dato tanta importanza a questo evento, conclusosi domenica.

Il collaboratore del Papa ha confessato le sue speranze sui frutti dell’Incontro: “Ci auguriamo che dopo lo sbandamento di questi anni la società civile apra gli occhi su questo bene immenso che è la famiglia, perché la famiglia è il nostro futuro”.

Oggi quando si parla di famiglia sembra che non tutti si riferiscano alla stessa realtà. E’ d’accordo?

Padre Gianfranco Grieco: La Chiesa parla di “famiglia”, ma il mondo di oggi parla di “famiglie”. Noi portiamo avanti la tesi che la famiglia è il cuore della società. Se il cuore è malato, la società è malata; se la società ha un cuore vivo, la famiglia è viva; se la famiglia è fondata sul matrimonio cristiano, che richiede figli, educazione, crescita, responsabilità, condivisione… tutti questi valori appartengono alla famiglia cristiana e anche alla famiglia umana.

Tutto questo contribuisce a far sì che la società cammini nel senso della responsabilità e del bene comune. Se la famiglia è malata, la società e malata; se la famiglia è sana, la famiglia genera una società sana, senza precipizi, senza vuoti, senza guerre, senza disarmonia, senza rancore, ma che viva nel progresso, nella pace.

Perché il Papa e la Chiesa hanno fatto dell’Incontro Mondiale delle Famiglie una “priorità pastorale”?

Padre Gianfranco Grieco: La Chiesa cattolica è come un’orchestra, che cerca di suonare bene in tutte le parti del mondo. Con Giovanni Paolo II, in tutto il suo lungo pontificato, la Chiesa ha capito che la nuova strategia, il nuovo impegno per dare un nuovo volto all’umanità è pensare alla famiglia.

Nei quarant’anni dal 1968 ad oggi, la famiglia è stata dimenticata, offesa, emarginata con tutti i temi dell’aborto, del divorzio, dell’eutanasia, con tutte le strane leggi sulla bioetica e tutti questi temi che non fanno bene alla famiglia, che la disgregano, la frantumano.

Noi tutti dobbiamo lavorare perché in tutte le forze, in tutte le responsabilità ci sia un’orchestra che sappia ben suonare quest’inno alla famiglia, che è l’inno alla vita, l’inno all’amore. Possiamo dire che questa non è un’utopia: è una fatica, un impegno che la Chiesa deve realizzare insieme alla società civile, perché se c’è una famiglia sana è la società civile che ci “guadagna”.

In una famiglia in cui c’è un drogato ci sono problemi. Una famiglia in cui c’è un figlio che si impegna, che obbedisce, che studia, che cresce, che diventa corresponsabile con la società fa un gran bene alla società civile.

L’Incontro Mondiale delle Famiglie è, accanto alle Giornate Mondiali della Gioventù, uno dei momenti in cui la Chiesa riunisce il maggior numero di persone. Qual è la collaborazione per far sì che le famiglie sostengano i giovani e viceversa?

Padre Gianfranco Grieco: In questa orchestra, in questa sinfonia la famiglia sostiene i figli e i figli sostengono la famiglia. Non possiamo promuovere politiche in cui famiglia e figli non camminino insieme. Purtroppo viviamo in un contesto sociale in cui si vuole frantumare tutto questo. Ognuno va per la sua strada, ma così si va verso l’isolamento, verso la morte, la disgregazione, la perdita dei sentimenti. Si cammina senza cuore.

Ci auguriamo che dopo lo sbandamento di questi anni la società civile apra gli occhi su questo bene immenso che è la famiglia, perché la famiglia è il nostro futuro.

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ZENIT Staff

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